Diventare la prossima azienda
unicorno, alla stregua di Uber e di tutte quelle società
innovative valutate più di un miliardo di euro. E' questo
l'ambizioso obiettivo di UbiatarPlay, l'app che virtualmente
"dona alle persone il potere dell'ubiquità, del teletrasporto".
A spiegarlo è il Cfo, Francesco Raco, che ha deciso di affidarsi
al mondo della blockchain e delle criptovalute per sviluppare il
business.
Ubiatar è una tecnologia sviluppata in Silicon Valley, insieme
agli studenti del Politecnico di Torino, nata da un'idea
dell'ingegnere italiano Fulvio Dominici, che ha fondato
l'azienda insieme all'imprenditore Raco. L'applicazione consente
a una persona (lo Usar) di raggiungere virtualmente un luogo,
utilizzando un'altra persona che si trova già lì (l'Avatar), la
quale presterà allo Usar occhi e mani e si muoverà nello spazio
in base alle sue indicazioni.ß Alla fine del viaggio, lo Usar
remunera l'Avatar attraverso "il token che abbiamo creato e di
cui faremo la Ico nel mese di aprile 2018", spiega
Raco,sottolineando che "il progetto utilizza la criptovaluta
come mezzo e non come fine", che invece è quello di sviluppare
il business. Le risorse raccolte con la Ico (initial coin
offering), verranno utilizzate per "sviluppare ulteriormente
l'applicazione, migliorare la user experience, popolare il
marketplace e anche realizzare grandi campagne di marketing per
far conoscere la tecnologia". Per cui, la credibilità "della
nostra Ico - puntualizza il manager - deriva dal fatto che ha un
business sottostante, a differenza di molte altre che non ce
l'hanno". Inoltre, UbiatarPlay ha sede a Lugano e "da settembre
2017 la Svizzera ha iniziato una forte regolamentazione delle
nascenti Ico. Noi infatti abbiamo mandato all'Autorità federale
di vigilanza sui mercati finanziari (Finma), i documenti del
nostro progetto e solamente dopo la sua approvazione abbiamo
avuto modo di iniziare la procedura per fare la Ico".
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