Far nascere una nuova generazione
di opere d'arte dotate del loro certificato digitale, che
consentirà di accedere alla documentazione dell'opera attraverso
un archivio incorruttibile, condiviso e pubblico. E' questo
l'obiettivo di ArtID, il progetto presentato dall'ideatore,
Stefano Vablais, in occasione dell'evento "Arte piacere ed
investimento", organizzato da Swiss Logistic Center a Chiasso,
alla presenza del sindaco della città svizzera.
Il certificato digitale è un file "zip" che una volta
archiviato e firmato in Blockchain (la stessa tecnologia su cui
poggiano su cui poggiano i bitcoin e la maggior parte delle
valute virtuali) non potrà più essere modificato. Titolo,
autore, dimensioni, tecnica e anno di realizzazione dell'opera
sono le informazioni che compongono le basi del Certificato, a
cui si possono aggiungere altre informazioni, come l'autentica
dell'autore, un documento relativo all'archiviazione oppure
cataloghi delle mostre in cui l'opera è stata esposta. ArtID
punta così a creare "i presupposti - spiega una nota - per un
nuovo mercato più aperto, trasparente e liquido", aiutando
"collezionisti e consulenti, investitori professionali o
semplici appassionati ad orientarsi e convergere verso una
condivisa chiave di lettura". Secondo Vablais e gli altri
fondatori di ArtID, "la tecnologia, incluse le immagini in alta
definizione, e i meccanismi di Blockchain avranno un ruolo
centrale nell'evoluzione di questo mercato". Il certificato
digitale può anche contenere informazioni sulla proprietà
attuale e precedente, il luogo dove è fisicamente custodita
l'opera, atti di cessione, dichiarazioni di vendita e perizie.
L'utilizzo può essere "privato", ad uso esclusivo del
proprietario dell'opera, "condiviso" con ogni singola persona
che il proprietario vorrà coinvolgere o "pubblico" con la
pubblicazione sul market place o altre piattaforme.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA