(di Enzo Quaratino)
Ammontano a circa 410 milioni di euro
le sanzioni che sono state inflitte lo scorso anno in 190
procedimenti condotti dalle autorità europee di controllo per la
protezione dei dati personali. E' il risultato di uno studio
dell'Osservatorio di Federprivacy in cui sono state analizzate
le attività istituzionali in materia di privacy svolte nei 30
Paesi dello Spazio Economico Europeo (SEE).
Nella graduatoria delle autorità più attive lo scorso anno
per numero di sanzioni, l'Italia è al primo posto con 30
provvedimenti irrogati per un totale di 4.341.990 euro. Seguono
l'autorità spagnola (AEPD) con 28 sanzioni e al terzo posto
quella romena (ANSPDCP) con 20 sanzioni comminate.
L'autorità più severa in assoluto è risultata quella del
Regno Unito (ICO), che ha erogato poche multe ma "pesanti", per
312 milioni di euro, pari al 76% del totale complessivo relativo
alle nazioni prese in esame.
Nonostante il Garante italiano per la privacy attenda da
oltre sei mesi di rinnovare il collegio scaduto dal 19 giugno
dello scorso anno, l'Authority guidata da Antonello Soro,
attualmente in regime di prorogatio con poteri limitati alla
gestione degli affari di ordinaria amministrazione e quelli
indifferibili e urgenti, ha comunque continuato a svolgere
regolarmente le proprie attività ispettive, e già alla fine del
primo semestre del 2019 - riferisce Federprivacy - aveva
proceduto all'iscrizione a ruolo di 779 contravventori, con una
riscossione complessiva prevista di circa 11 milioni di euro
quando saranno completati i procedimenti sanzionatori.
Tra le autorità di controllo che non hanno ancora irrogato
sanzioni dopo l'entrata in vigore del Gdpr, vi sono anche quelle
di Irlanda e Lussemburgo, dove hanno la propria sede europea la
maggior parte delle multinazionali straniere che trattano dati
personali su larga scala.
Riguardo alle infrazioni più spesso sanzionate, nel 44% dei
casi si è trattato di trattamento illecito di dati, nel 18% dei
procedimenti sono state riscontrate insufficienti misure di
sicurezza. Altre sanzioni sono state determinate dalla omessa o
inidonea informativa (9%) o dal mancato rispetto dei diritti
degli interessati (13%), mentre il 9% delle sanzioni sono
scattate a seguito di incidenti informatici e "data breach".
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