Il Portogallo è la nazione
dell'Unione europea in cui il divario tra i prezzi delle case e
i salari è aumentato maggiormente negli ultimi anni. A dirlo è
il rapporto Ocse di questo mese, che mette in relazione
l'evoluzione dei prezzi di vendita delle case con il reddito
lordo disponibile pro capite in ciascun Paese. L'Organizzazione
per la cooperazione e lo sviluppo economico non presenta
l'ammontare esatto di questo rapporto, ma piuttosto l'indice che
ne illustra l'evoluzione nel corso degli anni, prendendo come
anno base il 2015. Ebbene, nel 2023 il peso del costo
dell'alloggio sul reddito disponibile delle famiglie era
aumentato maggiormente tra gli Stati membri. L'indice del 2023,
per il Portogallo, è di 150,9, ciò significa che dal 2015, in
media, lo sforzo delle famiglie portoghesi per l'acquisto di un
immobile, tenendo conto del loro reddito, è aumentato di quasi
il 51%. Nella sola Eurozona l'indice del 2023 si è attestato a
109, ossia in questo periodo, in media, lo sforzo delle famiglie
per acquistare una casa è aumentato del 9%.
Il rapporto Ocse riporta inoltre dati che risalgono al 1995,
quando in Portogallo l'indice che mostra l'evoluzione del
rapporto tra i prezzi delle case e il reddito disponibile pro
capite era pari a 141, già ben al di sopra di quello della
maggior parte dei Paesi europei con dati disponibili all'epoca.
Questa discrepanza tra prezzi e redditi si è poi ridotta negli
anni successivi e intorno al 2008 il Portogallo era addirittura
riuscito a convergere con la zona euro. Nel 2012 e 2013, ai
tempi dell'ultima grande crisi finanziaria, quando Lisbona era
sottoposta al programma di austerità della troika e si
registrava un forte calo dei prezzi delle case, l'indice era
sceso al di sotto di 100 (il che significa che in quel periodo
le abitazioni erano più accessibili per le famiglie). Da allora,
tuttavia, l'indice ha subito una nuova accelerazione, crescendo
ogni anno fino al picco attuale.
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