"Il rilancio della siderurgia non
può passare per i lavoratori in cassa integrazione ma deve
vederli protagonisti della transizione".
Lo dichiara in una nota Loris Scarpa, coordinatore nazionale
siderurgia per la Fiom Cgil.
"Si svolgeranno in questa settimana - spiega - due importanti
incontri che riguardano il settore della siderurgia. Domani al
Ministero del Lavoro inizia la discussione sulla procedura di
cassa integrazione per i lavoratori ex Ilva, mentre per il polo
siderurgico di Piombino è previsto per mercoledì 3 luglio un
incontro al Mimit.
Scarpa ricorda in merito alla vertenza ex Ilva che la Fiom Cgil
aveva chiesto "che i manutentori fossero utilizzati per gli
interventi ordinari e straordinari negli impianti, come peraltro
previsto dalla normativa modificata nei mesi scorsi. Ora invece
più del 50% dei lavoratori del gruppo viene messo in cassa
integrazione. I commissari straordinari dicono in tutte le
iniziative pubbliche che aumenterà la capacità produttiva, da
qui a ottobre, e decidono di avviare la cassa integrazione per
5.200 lavoratori, che in questo modo interesserebbe circa 7.400
lavoratori, considerati anche quelli dell'llva in As".
Per il polo siderurgico di Piombino, attacca il sindacalista,
"si stanno sprecando parole e tempo ma la ripartenza complessiva
del polo non c'è. L'incontro al Mimit di mercoledì, convocato
dopo vari solleciti, dovrà dare risposte concrete, ci sono circa
2mila lavoratori in bilico".
Per il segretario Fiom "i lavoratori dell'ex Ilva e del polo
siderurgico di Piombino hanno lottato e lotteranno per il loro
diritto a tornare finalmente al lavoro. La siderurgia italiana
ed europea è nel bel mezzo di un cambiamento epocale e di
stravolgimenti geopolitici, da queste vertenze si può uscire
solo con il lavoro, diversamente, l'industria italiana rischia
di andare fuori mercato e di essere irrilevante sullo scenario
globale".
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