"Oggi non era la giornata dove
entrare nel dettaglio della cassa, ma una giornata di
aggiornamento sulla prospettiva che deve avere questa cassa. Ci
è stato presentato dall'azienda un primo approccio su quello che
stanno facendo, e ci sarà presentato un rapporto su come quel
piano di ripartenza stia dando le sue risposte. Noi abbiamo
detto che una cassa integrazione, se deve partire, deve dare
certezze non solo sui livelli di produzione attuali, ma anche su
quello che succede se gli impianti ripartono e le tonnellate
prodotte aumentano. Per noi questo è fondamentale". Lo ha
dichiarato Valerio D'Alò della Fim, al termine dell'incontro
Ilva-sindacati al ministero del Lavoro sulla richiesta di cassa
integrazione per 5.200 lavoratori avanzata dai commissari.
Per i lavoratori, la Fim chiede "integrazioni salariali,
rotazioni, formazione in presenza e tutto quello che può essere
messo in campo. L'azienda ha già dato le sue disponibilità anche
ad una integrazione salariale che tocchi il 70%, e la porti al
livello di quella dei lavoratori di Ilva in assistenza
straordinaria. E' stata chiesta la tutela all'interno del
percorso di tutto il bacino dei lavoratori. Su qusto c'è
apertura, c'è disponibilità".
"Abbiamo ancora delle forti distanze sui numeri di partenza
della procedura - ha concluso D'Alò -. Buono sentire che tutti i
manutentori saranno eslucis dalle rotazioni, perché dalle
manutenzioni si parte se vogliamo rilanciare gli impianti, ma
per noi il dato di partenza è ancora lontano da quello attuale".
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