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Confindustria, 'su distretto di Prato linciaggio indiscriminato'

Confindustria, 'su distretto di Prato linciaggio indiscriminato'

'Additato all'opinione pubblica come esempio di illegalità'

PRATO, 17 ottobre 2024, 18:38

Redazione ANSA

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"Prato è sotto tiro. Le vicende delle aziende cinesi con i lavoratori pakistani in sciopero, con annesse sprangate, hanno fatto precipitare la reputazione del distretto, che finisce all'attenzione dell'opinione pubblica additato come esempio di illegalità". A dichiararlo è Francesco Marini, presidente della Sistema moda di Confindustria Toscana Nord che in una nota difende le aziende associate. "Va detto che ce la siamo cercata. Non tutti, beninteso: c'è anche chi sta subendo questo linciaggio senza averne responsabilità".
    Marini ricorda come dagli anni '90 l'associazione "denuncia pubblicamente il problema dell'illegalità, che ha un suo punto particolarmente critico nelle imprese cinesi dell'abbigliamento.
    Non tutte, beninteso, e non soltanto in quelle. Abbigliamento, non tessile: non produzione di filati e tessuti, che rimane in larghissima prevalenza in mani locali, così come sono in mani locali anche alcune belle realtà dell'abbigliamento-maglieria.
    Se l'è cercata, procurandola sciaguratamente a tutti noi, chi fino a ieri, e forse qualcuno ancora oggi, ha negato l'evidenza dell'illegalità imperante in alcune sacche letteralmente marce dell'imprenditoria; e anche chi a un certo punto ha smesso di negare ma non ha potuto, saputo o voluto combattere questi fenomeni".
    Il presidente di Confindustria Toscana Nord Ovest lamenta come "perfino un'esperienza d'eccellenza come la depurazione centralizzata, che vengono a studiare da mezza Europa", sia finita "nel clima di sospetto" e difende il tessile, "che il suo percorso verso la modernità e la qualificazione l'ha fatto e l'ha fatto bene. Praticamente tutte le aziende di una qualche consistenza hanno una lunga serie di certificazioni, di quelle che si conquistano con fatica, dovendo documentare anche le minime cose".
    Adesso, però, "occorre senso di responsabilità", per uscire dalla trappola "reputazionale". Da parte delle imprese, ma non solo: "A chi, operatore dell'informazione, studioso, persona impegnata nella politica e nell'amministrazione pubblica, vuole conoscere Prato dico: non piegatevi ai luoghi comuni, venite a conoscere la città. Tutta, compresa quella che non ha niente da invidiare alle realtà industriali più moderne e avanzate."
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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