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Perinelli (Sace), export centrale per il Pil italiano

Perinelli (Sace), export centrale per il Pil italiano

'Ora difficile non solo per voto Usa, diversificare e investire'

ROMA, 07 novembre 2024, 19:27

Redazione ANSA

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"Senza la voce dell'export il Pil italiano del periodo 2022/2023 sarebbe stato inferiore a quello del 2006/2007/2008", un elemento questo che fa capire "quanto esportare sia importante". E, a livello di imprese, è sempre l'export a portare "vera crescita e margini maggiori per imprese". A sottolinearlo è stato Valerio Perinelli, chief business officer di Sace, all'evento 'Il futuro del Made in Italy: nuovi orizzonti in un contesto geopolitico in evoluzione', organizzato da Il Messaggero per esplorare il tema dell'internazionalizzazione del Made in Italy.
    Per Perinelli in un periodo "complesso" come quello attuale "non solo per le elezioni americane, ma dalla pandemia in poi", sono due le strategie che le aziende italiane devono adottare "per esportare meglio". "Diversificare - ha detto -, dunque evitare di avere concentrazioni verso pochi mercati di sbocco o nella stessa filiera e poi investire nelle proprie competenze", elemento che "vale di più soprattutto per le piccole imprese".
    "Le Pmi italiane - ha aggiunto il rappresentante di Sace - hanno dimostrato di essere più produttive di quelle estere, però bisogna continuare a investire". In particolare, occorre "investire nell'innovazione sostenibile, nella tecnologia, nell'Esg, e anche in cultura aziendale". Le aziende che lo hanno fatto "hanno un ritorno sull'investimento di 8 punti percentuali superiore di chi fa altro genere di investimenti. Chi investe in tecnologie sostenibili e nelle competenze ha anche un 15% in più di possibilità di esportare", ha sottolineato.
    Perinelli ha poi evidenziato che dal 2017 Sace "finanzia l'accesso al mercato dei capitali di grandi acquirenti esteri, a condizione che vadano a incontrare tutte le aziende italiane che presentiamo". "Negli anni - ha spiegato - abbiamo garantito 9 miliardi di finanziamento e quasi l'80% si è tramutato in contratti che hanno incremento l'export italiano, in particolare delle Pmi. Questo lo stiamo facendo in 14 Paesi che hanno una possibilità di esportazione dall'Italia maggiore", in sei casi "con performance a doppia cifra", in particolare in Vietnam, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Serbia, Turchia e Messico, "mercati molto interessanti".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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