"La giunta regionale che ho in
mente sarà coerente con la mia impostazione culturale, i miei
valori, la mia storia, e quindi non può non mettere in piedi un
nuovo sistema di welfare regionale. Se c'è un'emergenza, ed è
sotto gli occhi di tutti, si tratta dell'emergenza sociale che,
in una regione in cui il clima di fiducia si è deteriorato, ha
reso tutti molto più poveri e ha lasciato le famiglie da sole, i
giovani disorientati dopo il Covid": lo sottolinea in una sua
nota Stefania Proietti, candidata del centrosinistra alla
presidenza della Regione Umbria.
"Una regione che si rispetti - prosegue - deve mettere in
campo misure in grado di attenuare i disagi e alleviare i dolori
dei cittadini, dai più fragili agli anziani, alle persone con
disabilità, alle famiglie e ai giovani, a chi non riesce ad
arrivare a fine mese. Va detto che sono cambiati i bisogni delle
famiglie, è cambiata la tenuta sociale, e c'è bisogno urgente di
tutele serie ed efficaci per andare incontro alle nuove povertà.
A tal proposito tra i primi atti presenteremo una proposta di
legge per la promozione di un nuovo welfare regionale. Un
modello basato su nuove alleanze tra istituzioni, famiglie, il
privato sociale, il mercato, che valorizzino la coprogettazione,
le capacità di iniziativa dei singoli e delle formazioni
sociali. Un modello che si può definire welfare collaborativo e
racchiude l'intento di favorire un coinvolgimento attivo dei
cittadini che, prescindendo dai vincoli di carattere associativo
stabilì, favorisce il nascere di esperienze collaborative per lo
svolgimento di attività sociali".
"Questo modello di welfare - spiega Proietti - supera la
semplice dimensione del rendimento economico, diventando strada
efficace per recuperare valori alla base della nostra
Costituzione, da quello della solidarietà, principio
inderogabile, a quello della responsabilità che invita i
cittadini a interrogarsi sul proprio contributo alla
realizzazione del bene comune, a quello dell'uguaglianza che
impone di consentire a tutti di essere riconosciuti nella loro
dignità e alle persone più deboli di essere percepite come
risorsa e non come un problema da risolvere. Accanto a queste
misure vogliamo un welfare per i giovani, in grado di dare
risposte alle loro esigenze con particolare attenzione al
disagio mentale e alla fragilità psicologica, creando una rete
per una nuova 'comunità educante'".
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