(di Domenico Conti e Chiara Venuto)
Risorse che salgono del 24% a 81
miliardi e l'ambizione a fare da volano per attivare 170
miliardi di investimenti. Con priorità che vanno dalla
competitività, sicurezza economica ed autonomia strategica alla
'just transition' e coesione sociale. E un accento particolare
su piccole e medie imprese, piano Mattei e investimenti in
Africa, ma anche capitale di rischio per la sfida - sottolineata
dal piano Draghi - dell'innovazione.
E' il nuovo piano strategico di Cassa depositi e prestiti
2025-2027, approvato oggi dal consiglio d'amministrazione e
presentato dal presidente Giovanni Gorno Tempini e
dall'amministratore delegato Dario Scannapieco. Nell'attuale
congiuntura complicata, fra investimenti privati in calo in
Italia, il manifatturiero in negativo da quasi due anni e una
sfida geopolitica drammatica, punta ad un rilancio degli
investimenti del 32% rispetto ai 128 miliardi del piano 2022-24,
dopo aver superato la soglia dei tre miliardi di utile.
Il nuovo piano "potenzierà la nostra azione come volano per
lo sviluppo dell'Italia", spiega Gorno Tempini. L'obiettivo per
le sole imprese è fissato a 52 miliardi di volumi, potendo far
leva, a partire dal nuovo piano, sulle sinergie con Simest, la
società del Gruppo Cdp che sostiene la crescita delle imprese
italiane nel mondo. La novità è che Cdp punta a una platea di
piccole e medie imprese più ampia per i suoi finanziamenti
diretti, superando i limiti minimi di fatturato con
l'opportunità di "intercettare diverse migliaia di imprese in
più, specie nel mezzogiorno" come ha spiegato Scannapieco.
Sono quattro i miliardi destinati al capitolo 'Equity' con
cui Cdp prevede un programma di investimenti per sostenere le
imprese in portafoglio e realizzare nuove operazioni in aziende
strategiche e fondi. Una strategia articolata fra dismissione
delle partecipazioni ove l'azione di Cdp abbia raggiunto gli
obiettivi prefissati, e l'ampliamento dell'interazione con gli
investitori istituzionali al fine di attrarre risorse da terze
parti. Ma, soprattutto, il braccio finanziario del Mef punta a
dare impulso al private equity e venture Capital. Se nel primo
l'Italia è al pari con la Germania con una presenza pari allo
0,33% del Pil, nel secondo gli operatori sono appena 40 contro i
130 di Francia e Germania e oltre 300 del Regno Unito: Cdp punta
a una "particolare attenzione" e a uno sviluppo
dell'ecosistema italiano per l'intelligenza artificiale. Temi al
centro del piano Draghi che evidenza l'urgenza - comune a gran
parte d'Europa - di capitale di rischio per finanziare le
startup innovative.
Un altro capitolo in crescita per il piano 2025-26 -
articolato nei cinque pilastri business, advisory, equity, real
asset e internazionale, è proprio il "potenziamento delle
relazioni internazionali" con un "focus strategico dedicato
all'Africa, in linea con la strategia del Piano Mattei", come ha
spiegato Scannapieco. Un approccio più proattivo nella
promozione dei progetti, col crescente coinvolgimento dei
privati Cdp e i rapporti con le banche di sviluppo bilaterali e
multilaterali, che passerà anche dall'apertura, dopo gli uffici
di Belgrado, Il Cairo e Rabat, di nuove sedi extra-Ue a partire
dall'Africa Sub-sahariana con Nairobi in Kenya e Abidjan in
Costa d'Avorio.
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