Sei miliardi di euro. A tanto ammonta
il "fatturato" della tavola italiana nelle prossime festività
tra convivialità casalinghe e non. Un dato finalmente salito ben
sopra il giro d'affari eno-gastronomico pre Covid, complice
anche l'inflazione. A rilevarlo una indagine della Cna.
L'indagine è stata focalizzata sulle giornate festive delle due
settimane (Vigilia di Natale, Natale, Santo Stefano, San
Silvestro, Capodanno ed Epifania). Fino al 6 gennaio 2025 è
previsto un incremento nelle scelte del fuori casa: ristoranti,
circoli, agriturismo. Con un picco a Natale, San Silvestro,
Capodanno per i ristoranti. E in strutture più rustiche, come
agriturismi e rifugi montani, all'Epifania.
La maggioranza degli italiani sceglierà i piatti della
tradizione e il "comfort food" tricolore con cenone di magro
alla Vigilia di Natale e prodotti a base di carne soprattutto a
Natale, a Capodanno e all'Epifania. Si fanno però strada, non
solo per chi è costretto a causa di intolleranza e allergie, le
opzioni vegetariane, declinate in modalità anche gourmet, che
nei giorni di vigilia si coniugheranno con le scelte dei
cattolici osservanti. Il ritorno alla tradizione va a braccetto,
stando all'indagine Cna, con materie prime di territorio e di
pregio. La qualità la fa da padrona con l'aiuto di artigiani e
piccole aziende. Proprio le produzioni artigianali fanno la
differenza rispetto agli anni precedenti la crisi finanziaria e
anche la pandemia. Spesso la ricerca di prodotti tipici di
qualità traina anche il turismo del gusto ormai ampliatosi a
tutte le gamme agro-alimentari e non solo a vino e olio. E se i
prezzi sono saliti, rileva il monitoraggio Cna, la qualità
vince anche sulla quantità evitando, o perlomeno riducendo, gli
sprechi alimentari. E quest'anno, evidenzia l'indagine, si
vanno moltiplicando le iniziative benefiche e cresce la
solidarietà.
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