(di Barbara Marchegiani)
Il caso pensioni in Parlamento. Dopo
il pasticcio sull'aumento di tre mesi dell'età per l'uscita dal
lavoro a partire dal 2027 inserito e poi cancellato dal
simulatore dell'Inps, la Lega con il presidente della
Commissione di controllo sull'attività degli enti previdenziali,
Alberto Bagnai, indica l'intenzione di chiedere l'audizione
dell'Istituto. Un caso che tiene banco nella maggioranza e
nell'opposizione, mentre i sindacati vanno in pressing perché si
riapra il confronto con il governo.
"Al prossimo ufficio di presidenza" della bicamerale
"chiederò ai rappresentanti dei gruppi di valutare l'opportunità
di audire l'Inps", anticipa Bagnai parlando della "singolare
vicenda del software di simulazione" che forniva risultati "non
conformi alle normative in vigore". Al momento, infatti, non c'è
alcuna nuova norma che metta nero su bianco uno scatto in avanti
per l'età pensionabile. Ma la questione resta aperta,
considerando che la regola prevede l'adeguamento alla speranza
di vita, attesa in salita nei prossimi anni. L'aumento potrebbe
comunque non essere automaticamente trasferito sui requisiti
pensionistici. Se bloccato.
E di questo parla il sottosegretario al Lavoro e alle
Politiche sociali, Claudio Durigon, tornando ad assicurare, in
una intervista a Qn, che l'età per la pensione di vecchiaia non
salirà oltre i 67 anni, così come non aumenteranno gli anni di
contributi per la pensione anticipata: "Sappiamo che la speranza
di vita può crescere e che c'è una norma che la collega
all'aumento dei requisiti pensionistici. Interverremo su questo
- chiarisce - quando sarà necessario agire, per bloccare gli
aumenti".
Un tema, insieme a quello di una riforma complessiva delle
pensioni, che i sindacati rilanciano, con l'accusa che non solo
il governo non ha superato la legge Fornero - come promesso
proprio a partire dalla Lega - ma la ha addirittura peggiorata.
Dalla Cgil, che per prima ha denunciato la modifica degli
applicativi Inps, il segretario generale Maurizio Landini si
dice "preoccupato" e rilancia la richiesta di aprire "una vera
trattativa", sostenendo che il tavolo non viene convocato da un
anno e mezzo. "È arrivato il momento di ridiscutere il
meccanismo di calcolo e di accesso alle pensioni", dice a
Repubblica. I lavori non sono tutti uguali, ripete il numero uno
della Cgil, "e non si può aumentare per tutti l'età pensionabile
in modo automatico" a prescindere dalla loro gravosità.
Anche la Cisl sostiene la necessità di riprendere subito il
confronto tra il governo e le parti sociali a partire dai
contenuti della piattaforma sindacale, non escludendo neanche la
possibilità di "superare istituti come quello dell'aspettativa
di vita che rischiano di rendere il sistema ingestibile". Un
punto destinato dunque ad essere al centro anche della
discussione politica. La Uil pure insiste: la questione
pensionistica "non può più essere rinviata. Urge avviare un
confronto strutturato e serrato per una riforma organica del
sistema", che garantisca assegni "dignitosi" per gli attuali e i
futuri pensionati, come afferma il segretario confederale Santo
Biondo. E il Pd torna ad avvertire sul rischio di creare nuovi
esodati, persone senza pensione e senza salario. Ora "ci
piacerebbe sapere cosa ne pensa Salvini, che per dodici anni, in
maniera anche sgradevole e scorretta, ha criticato pesantemente
Elsa Fornero", dice il dem Francesco Boccia.
Tra i temi aperti, per i sindacati, ci sono oltre i
lavoratori gravosi, per i quali va favorita l'uscita anticipata,
i giovani e le donne, più esposti a carriere discontinue e a
redditi più bassi. Per questo, dicono, bisogna riconoscere sia
il lavoro di cura sia introdurre una pensione di garanzia per i
giovani.
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