La combinazione di un aumento della
longevità, da un lato, e di una bassa fecondità, dall'altro,
hanno portato a una struttura della popolazione che pone
l'Italia fra quelli in cui gli effetti dell'invecchiamento sono
più tangibili, ha spiegato il presidente dell'Ania,
sottolineando che la tendenza è in fase di accelerazione.
Secondo le proiezioni della Commissione europea, la
popolazione dell'Ue scenderebbe, tra il 2022 e il 2070, da 448
milioni a 432 milioni.
Il tasso di dipendenza degli anziani - ossia il rapporto tra individui oltre i 65 anni e quelli in età lavorativa (15-64 anni) - aumenterebbe dal 36% al 59%.
E se
andiamo a vedere i dati relativi al nostro Paese, le tendenze
sono ancora più accentuate: la popolazione scenderebbe del 10%
(da 59 milioni a 53 milioni) e il tasso di dipendenza salirebbe
dal 41% al 66%: pensate, ci saranno due persone oltre la soglia
dei 65 anni per ogni tre persone in età lavorativa, ha
illustrato Liverani.
"Una popolazione che invecchia presenta nuovi e maggiori
bisogni di protezione contro i rischi e di tutela nelle
fragilità legate all'età avanzata. Ma, più che di bisogni,
secondo me, in questi casi si può o si deve parlare della
necessità di individuare soluzioni di sistema per problemi di
gigantesca portata per la società. È del tutto evidente - ha
aggiunto - che questa tendenza difficilmente arrestabile segnala
che necessariamente il nostro sistema di welfare pubblico avrà
grandi difficoltà a soddisfare da solo i bisogni dei cittadini".
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