"I risultati del 'Rapporto sulla
competitività dei settori produttivi' dell'Istat danno conto
della crescente polarizzazione delle relazioni commerciali
attorno a Stati Uniti e Cina con una relativa marginalizzazione
dell'economia europea".
Lo dichiara il presidente dell'Istat Francesco Maria Chelli a
Genova alla presentazione della tredicesima edizione
dell'analisi sulla struttura, la performance e la dinamica del
sistema produttivo italiano rispetto all'export e all'import.
"La nostra analisi circoscrive la 'vulnerabilità' a un numero
contenuto di attività economiche: sono circa 23mila le imprese
italiane 'vulnerabili' all'export e circa 4.600 all'import, -
illustra Chelli - il loro peso economico appare però non
irrilevante, le imprese vulnerabili all'export impiegano 415mila
addetti, generano il 3,5% del valore aggiunto e rappresentano il
16,5% delle esportazioni complessive, quelle vulnerabili
all'import circa 400mila addetti, il 5,7% del valore aggiunto e
il 23,8% delle importazioni".
"Il rapporto conferma come nel 2024 l'Italia abbia registrato
una performance complessivamente positiva sui mercati
internazionali con valori record nell'avanzo commerciale dei
prodotti energetici e una tenuta della quota di mercato sul
commercio mondiale - indica il presidente dell'Istat -, ma nelle
mutate condizioni geo-economiche attuali sottolinea come gli
stessi fattori che in passato hanno fornito uno stimolo alla
crescita del Paese, in primo luogo come integrazione sempre più
intensa delle reti commerciali e produttive internazionali,
possano ora diventare una vulnerabilità".
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