Nel nuovo scudo sull'acciaio adottato dalla squadra di Ursula von der Leyen sono previsti più limiti alle importazioni per rilanciare l'industria continentale: stop dunque anche al riutilizzo delle quote inutilizzate da altri Stati - comprese quelle di Russia e Bielorussia - e al meccanismo del "riporto", che permetteva di spostare le quote non usate da un trimestre all'altro.
Una
modifica, quest'ultima, che varrà in particolare per le
categorie di acciaio più esposte alla concorrenza esterna e con
minore domanda interna.
L'obiettivo è creare spazio per i produttori europei,
permettendo loro di aumentare la produzione, recuperare terreno
sul mercato e rilanciare occupazione e investimenti -
soprattutto nel settore dell'acciaio verde - in un momento
delicato per l'intera industria siderurgica Ue, sotto forte
pressione a causa della sovracapacità globale, del dumping
cinese e delle crescenti barriere commerciali in mercati chiave
come gli Stati Uniti.
La decisione della Commissione europea segue una richiesta di
revisione delle misure di salvaguardia su richiesta di 13 Paesi
membri e una successiva indagine che ha confermato l'aggravarsi
della situazione per il settore, tra importazioni in crescita e
domanda in calo.
Le nuove regole entreranno in vigore a tappe: la maggior
parte sarà operativa dal primo aprile 2025, mentre due modifiche
- il rallentamento del ritmo di liberalizzazione e
l'eliminazione del riporto di quote inutilizzate per alcune
categorie - scatteranno il primo luglio 2025.
Entro il terzo
trimestre dell'anno sarà poi presentata una nuova proposta con
tutele più efficaci sul lungo periodo destinate a sostituire le
attuali - introdotte per la prima volta nel 2019 durante la
guerra dei dazi con la prima amministrazione Trump e ora
riformate - in scadenza il 30 giugno 2026.
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