La percentuale delle pensioni con
importo inferiore ai 750 euro mensili, si legge ancora
nell'Osservatorio Inps, costituisce "solo una misura indicativa
della povertà", per il fatto che molti pensionati sono titolari
di più prestazioni pensionistiche o comunque di altri redditi.
Delle oltre 9,6 milioni pensioni fino a questo importo, solo il
43,1% (4,1 milioni) beneficia di prestazioni legate a requisiti
reddituali bassi, quali integrazione al minimo, maggiorazioni
sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità
civile.
Tornando alle pensioni vigenti a inizio anno, il 46,4% delle
pensioni e il 61,7% degli importi provengono dalle gestioni dei
dipendenti privati; le gestioni dei lavoratori autonomi erogano
il 28,1% delle pensioni, per un importo in pagamento pari al
24,6% del totale, mentre le gestioni assistenziali coprono il
23,9% delle prestazioni.
Con riferimento alla categoria, le prestazioni di tipo
previdenziale sono costituite per il 69,5% da pensioni di
vecchiaia (il 57,3% erogate a uomini), per il 4,8% da pensioni
di invalidità previdenziale (58,0% uomini) e per il 25,7% da
pensioni ai superstiti (il 12,6% uomini).
Le prestazioni di tipo
assistenziale sono costituite per il 79,4% da invalidità civili
sotto forma di pensione e/o indennità (42,0% uomini) e per il
residuo 20,6% da pensioni e assegni sociali (38,1% uomini).
A livello territoriale l'Italia settentrionale detiene la
quota maggiore di pensioni vigenti con il 47,8%, a seguire
Centro (19,3%), Sud e Isole (30,9%) e una quota residuale (2%)
viene erogata a residenti all'estero.
Gli importi erogati sono distribuiti per il 55,9% in Italia
settentrionale, il 19,7% in Centro, il 24,4% in Italia
meridionale e Isole e lo 0,8% a residenti all'estero.
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