Lo stock abitativo italiano, in
media, "ha abbondantemente superato i 40 anni, soglia oltre la
quale si rendono fisiologicamente necessari degli interventi
sostanziali di manutenzione. E' necessaria quindi una
riflessione su una riqualificazione su larga scala, che
contempli la rigenerazione dei prodotti immobiliari e di ampie
zone urbane, all'insegna della sicurezza, efficienza e qualità".
Così in una nota il direttore generale di Assoimmobiliare, Paolo
Crisafi, che in occasione del convegno 'Rigenerazione urbana:
progetti e finanziamenti' ha aggiunto "se pensiamo che tale
stock è costituito da 12,2 milioni di edifici, dei quali, quasi
il 70%, è stato costruito prima dell'emanazione delle norme
antisismiche e sull'efficienza energetica, possiamo ben
comprendere i benefici che ne deriverebbero per l'intera
popolazione, assieme al volano economico che tale operazione
rappresenterebbe".
Sul tema dei finanziamenti poi il presidente di
Federimmobiliare Alessandro Cattaneo ha, invece, sottolineato
come questo argomento non debba diventare un alibi: "tanti sono
i denari pubblici messi a disposizione, pensiamo al bando
periferie, gigantesche le somme pronte a essere investite da
soggetti privati. Ma ancora oggi si va troppo a rilento.
Perché?". Secondo lo stesso Cattaneo, nonostante oggi siano
stati fatti grandi passi avanti "la sempre maggiore burocrazia e
un rapporto pubblico privato che resta ancora troppo complicato
rallentano tale percorso di rigenerazione. Per questo chiediamo
di liberare le energie!", conclude la nota.
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