Un identikit più preciso del profilo
di rischio del cliente, la cui capacità di sopportare perdite
andrà attentamente verificata, un prospetto che sintetizza le
caratteristiche chiave dei prodotti per renderli confrontabili.
E soprattutto chiarezza sulle commissioni, che dovranno essere
dettagliate analiticamente, così da evitare 'tosature' occulte.
Si tratta di alcune delle moltissime novità introdotte dalla
Mifid 2, la direttiva sulla prestazione dei servizi finanziari
che entrerà in vigore dal 3 gennaio in 31 Paesi del Vecchio
Continente. Tutte con l'obiettivo di rendere più efficiente e
competitiva l'industria del risparmio e garantire una tutela più
robusta ai risparmiatori, che spesso si considerano trattati
come mucche da mungere dall'industria finanziaria.
Per banche, asset manager, brokers la necessità di adeguarsi
alle nuove regole - definite da S&P "un cambio regolamentare
dirompente" - ha comportato costi stimati dal Financial Times in
oltre due miliardi di dollari solo nel 2017 e un faticoso lavoro
di compliance. Mentre il mondo della consulenza indipendente
applaude alla rivoluzione: "in Italia - spiega Andrea Rocchetti
di Moneyfarm - questa normativa è fortemente necessaria, perché
l'industria produce strumenti che hanno un costo elevato ed è
prigioniera dei conflitti di interesse".
COMMISSIONI, PIU' TRASPARENZA. Per i risparmiatori una delle
novità più significative riguarda i costi dei prodotti. Dovranno
essere indicati in modo aggregato e nelle singole componenti
(commissioni di ingresso e di uscita, di gestione, di
collocamento) sia prima che durante l'investimento, almeno con
cedenza annuale, sia in termini percentuali che assoluti.
Diventerà così più facile confrontare i prodotti, capire quelli
che sono più costosi e quelli più efficienti.
CONSULENZA INDIPENDENTE O NO. Allo stesso modo chi offre
prodotti finanziari dovrà dire se la consulenza è o non è
indipendente, come spesso accade nel nostro Paese dove le reti
bancarie collocano prodotti delle proprie sgr o si vedono
retrocesse commissioni da chi crea e gestisce fondi e prodotti
finanziari. Si tratta di un segnale importante per il
risparmiatore che viene così reso consapevole del fatto che chi
ha di fronte può avere un interesse nella vendita del prodotto.
Nel caso della consulenza indipendente, invece, ad essere
remunerata è solo l'attività di consulenza.
L'IDENTIKIT DEL RISCHIO: QUANTO POSSO PERDERE? Per evitare
che i risparmiatori si trovino in portafoglio prodotti
inadeguati, la Mifid 2 prevede che gli stessi vengano disegnati
per un target preciso di investitore in termini di esigenze,
disposizione al rischio, competenze finanziarie. E i collocatori
dovranno agire di conseguenza. Il consulente avrà il compito di
capire quanto l'investitore conosca il prodotto, quali siano i
suoi obiettivi ma anche quanto sia disposto a rischiare e quante
perdite possa tollerare. Monitorando nel tempo l'adeguatezza
dell'investimento.
UN PROSPETTO SEMPLICE PER PRODOTTI COMPLESSI. Confrontare i
prodotti sarà più facile attraverso il Kid, un prospetto di
poche pagine che fornisce alcune informazioni chiave come il
grado di rischiosità (da 1 a 7), il rendimento atteso in alcuni
scenari di mercato, i costi di gestione e la loro incidenza sul
rendimento. Mentre le Authority potranno sospendere la vendita
dei prodotti ritenuti pericolosi
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