"È la riforma delle opportunità, che
restituisce dignità alla ricerca, anche nelle sue tutele". Così
la ministra dell'Università Anna Maria Bernini, in un'intervista
a La Stampa, difende il provvedimento sui precari negli atenei.
"La precarietà è quella vissuta fino ad oggi, incentivata dagli
assegni di ricerca che non riconoscono diritti e che abbiamo
deciso di non prorogare più - sottolinea Bernini -. Da gennaio,
senza gli assegni di ricerca, sparisce quello che era nei fatti
un ricercatore-fantasma".
La ministra poi replica ai sindacati, secondo cui è la varietà
dei contratti a incentivare la precarietà: "Le nuove figure
contrattuali non tolgono nulla, ma aggiungono opportunità. Penso
al contratto retribuito per lo studente la cui attività viene
valorizzata, anche economicamente. Altro che precariato! La
precarietà non è legata alla varietà dei contratti, ma dalla
durata eccessiva dei rapporti a termine".
Rispetto all'apertura a possibili modifiche: "Certo. Tutto è
migliorabile, soprattutto senza gli occhiali del pregiudizio.
Noi siamo pronti a confrontarci su quella che già ci sembra
un'ottima legge. Avevo anticipato i contenuti ai sindacati e
abbiamo preferito il disegno di legge perché si aprisse un
dibattito. Abbiamo stabilito anche un Osservatorio sulle nuove
figure contrattuali, proprio pensando alla migliore efficienza
possibile. L'approvazione in Consiglio dei ministri è un inizio,
non una fine. Già da settembre ci sarà un confronto con tutte
le parti interessate, sia in Parlamento che al Mur".
Intanto è arrivata la firma del decreto di riparto del Fondo di
finanziamento ordinario: "Anche quest'anno abbiamo distribuito
più di 9 miliardi alle università statali. Sono risorse
importanti, negli ultimi anni abbiamo toccato cifre record".
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