Pavel Durov, lo Zuckerberg russo, non
si e' dimesso da amministratore delegato di VKontakte, la piu'
popolare rete sociale russa, il Facebook in cirillico: era un
pesce d'aprile, anche se finalizzato a vedere le reazioni di una
mossa del genere, come ha spiegato lui stesso nella pagina
personale della rete sociale che ha fondato nel 2006.
Ancora oggi la stampa russa, avendo abboccato all'annuncio,
dibatte cause e conseguenze delle sue dimissioni, chiamando in
causa le pressioni del Cremlino e il suo tentativo di mettere il
bavaglio a uno degli ultimi spazi di liberta'. La conferma delle
dimissioni era stata diffusa ieri da autorevoli media del Paese,
che sembravano aver dissipato i dubbi di un pesce d'aprile.
''Faccio gli auguri per la festa appena passata a tutti coloro
che hanno preso sul serio che mi ero dimesso. Le dimissioni in
questo periodo sarebbero state un tradimento di tutto cio' che
noi abbiamo difeso negli ultimi sette anni, sarebbe stata una
strada troppo facile e distruttiva'', ha scritto oggi Durov.
L'imprenditore-programmatore ventinovenne ha scritto anche
una lettera al cda nella quale spiega che, avendo capito che le
sue dimissioni ''possono creare dei rischi inutili per la nostra
societa', ho deciso di restare e di continuare a lavorare come
direttore generale''. Il primo aprile, invece, sempre dalla sua
pagina web, Durov aveva annunciato il suo addio cosi'': 'l'a.d.
ha significativamente meno liberta' nella gestione della società
dopo i cambi verificatisi nella struttura societaria di
Vkontakte nell'aprile 2013. E' diventato progressivamente piu'
complicato rispettare i principi su cui avevamo fondato la
nostra rete sociale''. Lo scorso aprile il fondo United Capital
Partners di Ilia' Sherbovich, imprenditore vicino al Cremlino e
membro del cda del gigante petrolifero statale Rosneft, e'
diventato il maggiore azionista, acquistando il 48% delle azioni
da due co-fondatori. Da allora Sherbovich ha cominciato a
contestare l'operato di Durov, accusandolo tra l'altro di usare
soldi di VKontakte per promuovere il servizio instant messenger
Telegram, a suo avviso un concorrente. Poco dopo il fratello di
Durov, Ilia, si e' dimesso da direttore tecnico. In dicembre
Durov ha venduto il 12% delle sue azioni a Ivan Tavrin, ad di
Megafon, controllata dall'oligarca Alisher Usmanov, che le ha
acquistate recentemente tramite Mail.ru (che gia' aveva il 40%
di VKontakte), assicurandosi il controllo della societa' con il
52% delle azioni. Stretto tra due imprenditori sensibili agli
interessi del Cremlino, le dimissioni di Durov sembravano dunque
plausibili. Ma almeno per ora non è così.
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