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>ANSA-PROFILO/ Iraq: Al Abadi, l'ingegnere incaricato premier

>ANSA-PROFILO/ Iraq: Al Abadi, l'ingegnere incaricato premier

Sciita, perseguitato da Saddam Hussein, tende mano a sunniti

ROMA, 11 agosto 2014, 18:25

Redazione ANSA

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Haidar al Abadi, esponente della componente sciita irachena, è stato incaricato dal presidente Fuad Masum di formare il nuovo governo in Iraq. Nato a Baghdad nel 1952, una laurea in ingegneria elettronica consegue un PhD all'Università di Manchester, nel Regno Unito, dove vive per diversi anni. La sua famiglia è infatti nel mirino del regime Baatista di Saddam Hussein che giustizia due suoi fratelli e ne incarcera un terzo. Politico di lungo corso e esponente di spicco del partito sciita Al Dawa, lo stesso del premier uscente Nouri Al Maliki, di cui entra a fare parte alla fine degli anni '60, Al Abadi ricopre numerosi incarichi al vertice dello Stato. Fino a oggi vicepresidente del Parlamento iracheno dove siede come deputato dal 2005, è stato portavoce del partito Dawa, mentre tra il 2005 e il 2006 ricopre il ruolo chiave di consigliere politico dell'ex primo ministro Ibrahim Jaafari. Nel nuovo Iraq del dopo Saddam, entra a fare parte della Cpa (l'Autorità Provvisoria della Coalizione) e nel settembre 2003, viene designato ministro delle Comunicazioni (fino al 2004). Al Abadi ha davanti a sé sfide enormi: ricacciare indietro i jihadisti dello Stato Islamico (Isis); gestire la gigantesca crisi umanitaria in atto e impedire che l'Iraq si disintegri. La sua posizione in merito all'intervento militare straniero era già nota. Parlando all'Huffington Post lo scorso mese di giugno, Al Abadi aveva detto agli americani: "bombardate l'Isis o chiederemo all'Iran di farlo''. Un'intervista che aveva provocato non poche polemiche e con cui invocava un intervento armato statunitense. C'è poi da chiedersi in che modo il neopremier sciita gestirà il rapporto con la regione autonoma del Kurdistan - cruciale in particolare per le sue ricche risorse petrolifere - con cui in passato era stato molto duro proprio in tema di oro nero. Lo scorso anno, mentre era a capo della Commissione Tesoro del Parlamento, aveva infatti denunciato gli accordi fra Kurdistan iracheno e la Turchia sull'export di petrolio che avrebbero di fatto lasciato fuori Baghdad. Un accordo, aveva detto, "contrario alla Costituzione irachena e che avrebbe potuto far crollare l'economia irachena e disintegrare il Paese". Malgrado le enormi divisioni esistenti nel Paese Al Abadi sembra essere conciliante auspicando che l'Iraq "non cada nel baratro di una guerra settaria". Gli sciiti, aveva detto, "non sono contro i sunniti e i sunniti non sono contro gli sciiti".
    Ora gli iracheni sono nelle sue mani, come ha detto nella breve cerimonia di investitura, il presidente curdo Masum.
   

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