I jihadisti dell'Isis come Peter Hyams nel suo celebre 'Capricorn One", il film in cui si dava credito alla teoria complottista secondo cui lo sbarco sulla Luna del '69 è una finzione scenica ordita dalla Nasa? Numerosi esperti hanno segnalato in questi giorni che l'ultimo video dell'Isis in cui si minaccia la vita dei due ostaggi giapponesi potrebbe essere stato girato in uno studio televisivo.
Diversi i punti dirimenti: le ombre dei due ostaggi e del miliziano che brandisce il coltello, identificato da più parti nel 'boia' dello Stato islamico, jihadi John, non coincidono. La luce nel filmato sembra infatti arrivare da almeno due punti diversi, destra e sinistra, le ombre non sarebbero dunque il prodotto della luce naturale del sole. E ancora: mentre c'è un leggero vento che muove le casacche arancioni dei due prigionieri, in maniera peraltro non univoca, non si rileva alcun movimento della sabbia del deserto, e nell'audio non c'è nessun disturbo sonoro che sarebbe stato provocato dalla brezza, per quanto leggera. Insomma, secondo alcuni accademici non c'è dubbio: il video è stato girato all'interno di uno studio, i due ostaggi sarebbero stati ripresi in momenti diversi e poi sarebbero stati piazzati sullo 'sfondo tragico', la collina nel deserto nei pressi di Raqqa dove hanno avuto luogo le esecuzioni di Foley, Sotloff e Haines.
Gli esperti si dividono sulle ragioni che hanno eventualmente spinto l'Isis a mettere in scena un filmato realizzato in questo modo. Per alcuni è palese il tentativo di ottenere il massimo impatto possibile nelle minacce al Giappone. Per altri invece sarebbe il segno delle sconfitte patite dallo Stato islamico, con i suoi 'boia' costretti a riparare negli studi televisivi per non essere centrati dai raid aerei o localizzati.
Scena emblematica tratta dal film "Capricorn one" (1978) , l'atterraggio su Marte girato in studio
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