La dinamica è simile: una perdita di quota improvvisa. Ma nel caso del volo da Barcellona a Dusseldorf schiantatosi stamani sulle Alpi francesi l'esito è stato tragico. Mentre lo scorso 5 novembre, fortunatamente, il velivolo Lufthansa (holding di Germanwings) riuscì ad evitare lo schianto grazie alla freddezza e alla preparazione dei piloti. Anche in quel caso si trattava di un Airbus, un A321 per la precisione, in volo da Bilbao a Monaco di Baviera.
L'incidente dello scorso anno, come ha scritto il settimanale tedesco Der Spiegel - trovando conferma da parte della compagnia di bandiera tedesca - è avvenuto in fase di decollo, circa 15 minuti dopo la partenza e sarebbe stato provocato dal ghiaccio accumulatosi sui sensori che hanno passato informazioni errate al sistema dell'aereo. Da un'altezza di 9mila metri l'A321 ha così perso quota, circa mille metri al minuto, senza che i piloti potessero invertire la rotta manualmente.
Solo dopo aver spento il computer di bordo, il comandante ha potuto riprendere il controllo del velivolo. L'equipaggio ha "reagito bene e in modo avveduto", aveva spiegato un portavoce Lufthansa all'agenzia Dpa la scorsa settimana e consentendo all'aereo con 109 passeggeri a bordo di atterrare a Monaco in sicurezza e senza danni. La compagnia tedesca aveva poi immediatamente sostituito i sensori su tutti gli 80 velivoli della famiglia A320. E un rapporto sulla vicenda dovrebbe essere pubblicato a breve dall'autorità tedesca per le indagini sugli incidenti aerei. Al di là delle evidenti differenze nell'esito dei due incidenti, resta la coincidenza di una improvvisa perdita di quota. Anche se nel caso del volo di oggi da Barcellona a Dusseldorf, la discesa potrebbe essere stata la conseguenza di una manovra di emergenza controllata.
Il velivolo è passato da 38.000 a 6.800 piedi in otto minuti. "Un tempo - spiega il direttore centrale del coordinamento degli aeroporti dell'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile (Enac), Giuseppe Daniele Carrabba - che non è così breve come potrebbe sembrare" e potrebbe essere conseguenza di una manovra volontaria pur se dovuta ad una "discesa di emergenza". Naturalmente al momento "è impossibile risalire alle cause che hanno costretto l'aereo della Germanwings a cambiare quota", spiega Carabba che comprensibilmente non vuole entrare nel merito dell'incidente avvenuto sulle Alpi a poche ore dallo schianto. Un cambio di quota può essere necessario per le cause più diverse, come il maltempo o variazioni di portanza, ossia variazioni della pressione attorno alle ali provocate da correnti d'aria. Molto diversa invece la dinamica di un altro incidente che ha visto coinvolto sempre un Airbus 319, ma stavolta proprio della Germanwings. Nell'ottobre del 2010 una sostanza tossica si era diffusa nella cabina di pilotaggio mettendo in grave difficoltà i piloti. In quell'occasione entrambi i piloti sono andati vicini a perdere i sensi in fase di atterraggio a Colonia. Con il co-pilota non in grado di procedere all'atterraggio, il capitano era riuscito a evitare la tragedia e ad atterrare senza danni nonostante serie difficoltà. Il volo, con 149 persone a bordo, era partito da Vienna, in Austria.
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