Sono almeno dieci le risposte che la seconda scatola nera, non ancora trovata, potrà dare alle tante domande ancora aperte nella vicenda dell'Airbus 320 della Germanwings fatto precipitare sulle Alpi francesi dal copilota Andreas Lubitz. La prima delle due scatole nere, la Cvr (Cockpit Voice Recorder) che registra suoni e voci nella cabina di pilotaggio, ha già detto moltissimo: "E' stato molto importante averla trovata, altrimenti sapremmo ancora soltanto che era una manovra di discesa controllata, forse dovuta a un fattore tecnico", osserva Alessandro Cometa, responsabile del Laboratorio dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (Ansv).
Quando sarà trovata anche la seconda scatola nera, la Fdr (Flight Data Recorder), gli investigatori avranno a disposizione un grandissimo numero di dati. "Il chip della Fdr dell'A320 è in grado di registrare circa mille parametri, dai quali è possibile ricostruire l'intera gestione della situazione nella cabina di pilotaggio", spiega l'esperto. Si potrà sapere, per esempio, quali avvisi si sono attivati, le spie che si sono accese. "I dati attuali già permettono di stabilire che è stata una discesa controllata, ma con la Fdr si potrà vedere come era stata programmata", osserva Cometa.
Se la prima scatola nera ha permesso di stabilire che il copilota era vivo perché ne ha registrato il respiro, la Fdr permetterà di ricostruire tutte le sue azioni, i tasti che ha schiacciato e se a un certo punto ha aumentato la velocità. Sarà invece difficile sapere se aveva fatto scattare l'interruttore su 'locked' per chiudere la porta della cabina di pilotaggio subito dopo che il comandante aveva cercato di aprirla digitando il codice di quattro cifre.
Oltre a registrare le azioni di chi è ai comandi dell'aereo, prosegue Cometa, "la Fdr ha registrato anche tutte le 'risposte' del velivolo", ossia le azioni correttive messe in atto dai computer di bordo dell'Airbus 320. Per esempio, se il copilota avesse manovrato il joystick per aumentare la velocità in modo eccessivo, il computer sarebbe intervenuto per rallentarla.
Altre risposte potranno arrivare dalla sincronizzazione delle due scatole nere. E' un'operazione che richiede in media una settimana e che potrà dare risultati importanti per le indagini. Ad esempio, permetterà di capire esattamente quanto il copilota ha impostato la manovra di discesa: se lo ha fatto subito dopo che il comandante ha lasciato la cabina o se ha avuto delle esitazioni. Si potrà sapere poi se il copilota ha riprogrammato la manovra più volte e se, negli ultimi minuti prima dell'impatto, abbia deciso di virare verso la montagna. Quest'ultimo aspetto potrà essere chiarito anche grazie ai dati geografici registrati dalla Fdr.
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