L'Italia, riferiscono fonti Ue, ha proposto di ospitare il quartier generale della missione europea contro i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo ed indicato un capo della missione, l'ammiraglio di divisione Enrico Credendino. Il piano sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri esteri e difesa Ue di lunedì prossimo a Bruxelles.
Le fonti sottolineano che l'attesa approvazione del Cmc (Crisis managment concept) non comporta l'avvio della missione europea, per il quale saranno necessari due ulteriori passaggi. Che sarà "condizionato" dalla formulazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che autorizzi l'uso della forza, la cui approvazione prima del 18 maggio è solo "sperata". Fonti diplomatiche europee indicano che l'approvazione del piano operativo potrebbe essere fatta "subito dopo", ma il processo potrebbe concludersi con l'annuncio del via ufficiale della missione in occasione del vertice europeo di giugno. La risoluzione dell'Onu, spieganoi, è "fondamentale" perché attualmente le forze navali europee potrebbero distruggere i barconi dei trafficanti solo in due casi: se non battono bandiera o se issano quella di un paese che ha autorizzato la distruzione. Nel caso specifico, basterebbe che gli scafisti avessero bandiera libica per evitare gli affondamenti. Le fonti confermano che, come già emerso nei giorni scorsi, in questo caso "non ci saranno problemi" per la cosiddetta "force generation". "Già dieci paesi hanno segnalato l'interesse a partecipare" oltre all'Italia e Malta, sono stati indicati Francia, Spagna, Gran Bretagna e Polonia. "Ma tutti vogliono far parte della missione" specificano le fonti. A quanto si apprende, la prima fase del Cmc prevede la raccolta di informazioni di intelligence per "distruggere il modello di business" dei trafficanti.
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