La candidatura di Sevil Shhaideh alla premiership in Romania - oggi respinta dal presidente Iohannnis - aveva sorpreso in molti. Non tanto per la sua fede musulmana, in un Paese a stragrande maggioranza cristiana, quanto per il basso profilo politico. Nata nel 1964 a Costanza, città portuale sul Mar Nero, da una famiglia tatara di fede musulmana, Shhaideh è un'economista che ha trascorso la maggior parte della sua esperienza professionale nella sua città natale.
Allo stesso tempo, però, ha potuto contare sulla stretta amicizia del leader socialdemocratico Liviu Dragnea, vincitore delle elezioni dell'11 dicembre scorso, che è stato suo testimone di nozze nel 2011, quando Shaaideh sposò un uomo d'affari siriano.
Nel 2012 viene nominata segretaria di Stato presso il Ministero dello Sviluppo Regionale, guidato allora proprio da Dragnea, e tre anni dopo gli succede alla guida del dicastero, quando il suo mentore si dimette.
Nonostante questi incarichi nazionali, Shhaideh viene considerata nel suo Paese più come una manager che un politico con una caratura tale da ricoprire un incarico di primo livello a Bucarest.
"E' vista come una tecnocrate che ha lavorato in ambito locale per molti anni", ha rilevato l'ex diplomatico romeno Paul Ivan, ora analista politico a Bruxelles. Decisamente più duro il giudizio di Sergio Miscoiu, professore di scienze politiche all'Università di Cluj: "La gente si aspettava la scelta di una figura controllata da Dragnea, ma almeno proveniente dalle alte sfere del partito, e non una persona che è quasi l'ultima arrivata". E forse, al di là della fede religiosa, proprio il suo basso profilo ha convinto il presidente Iohannis a non nominare Shhaideh premier.
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