"Secondo la Mezzaluna rossa della Tunisia, che ieri ha visitato le persone a bordo della Sarost 5, una donna incinta di sei mesi potrebbe perdere il bambino se non venisse evacuata o sbarcata immediatamente". A scriverlo, in un tweet, è Alarm Phone, progetto della ong 'Watch the Med' che ha creato una linea telefonica per migranti in difficoltà nel Mediterraneo. La donna è una dei 40 migranti sulla nave tunisina, bloccata da oltre 10 giorni in attesa dell'ok allo sbarco.
#Malta: Politicians and authorities are playing with people's lives. According to Red Crescent #Tunisia who visited the boatpeople on #Sarost5 yesterday, one pregnant woman might lose her baby if not evacuated or disembarked immediately. We find no words to describe our outrage.
— Alarm Phone (@alarm_phone) 26 luglio 2018
A bordo ci sono due donne incinte: una di sei mesi e un'altra di pochi mesi. I 40 migranti sono partiti dalla Libia e il 13 luglio scorso e sono stati soccorsi nella zona maltese di ricerche e salvataggi, dalla nave di rifornimenti Sarost 5 che fa capo all'omonima compagna del gas attiva principalmente in Tunisia. Poi sono stati portati verso le acque tunisine dove la nave è ancora bloccata, precisamente al largo delle coste della città di Zarzis. Né i governi di Malta né l'Italia e nemmeno la Tunisia hanno dato l'autorizzazione a sbarcare nei propri porti. Martedì scorso in aiuto dell'equipaggio e dei migranti che sono sulla Sarost 5, sono arrivate barche con cibo e medicine. Poi medici della Mezzaluna Rossa sono saliti a bordo, visitando i migranti e offrendo medicinali. Secondo la Mezzaluna Rossa tunisina, i migranti soccorsi hanno fra i 17 e 36 anni e vengono da Egitto, Bangladesh, Camerun, Senegal, Guinea, Costa d'avorio e Sierra leone.
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