Slovenia e Croazia protestano con l'Italia per le parole di Salvini e Tajani sulle Foibe. Il presidente sloveno Pahor ha scritto al presidente Mattarella definendo 'inaccettabili' le dichiarazioni di 'alti rappresentanti della Repubblica Italiana' che considerano gli eventi legati alle foibe come 'una forma di pulizia etnica'.
Un riferimento alle parole di Salvini, secondo cui 'i bimbi morti nelle foibe e i bimbi di Auschwitz sono uguali'. 'Ferma condanna' per le dichiarazioni di Tajani che 'contengono elementi di rivendicazioni territoriali e di revisionismo storico', arrivano dal premier croato Plenkovic.
Tajani ieri alla foiba di Basovizza, in occasione della Giornata del Ricordo, ha concluso il suo discorso esclamando "Viva Trieste, viva l'Istria italiana, viva la Dalmazia italiana, viva gli esuli italiani, viva gli eredi degli esuli italiani", "evviva coloro che difendono i valori della nostra Patria". Proteste e sdegno anche da quasi tutti gli eurodeputati croati che hanno condannato le dichiarazioni.
Il presidente è tornato sulla questione oggi in plenaria. "Nel corso del mio intervento di ieri - ha puntualizzato - ho voluto sottolineare il percorso di pace e di riconciliazione tra i popoli italiani, croati e sloveni e il loro contributo al progetto europeo. Il mio riferimento all'Istria e alla Dalmazia italiana non era in alcun modo una rivendicazione territoriale. Mi riferivo agli esuli istriani e dalmati di lingua italiana, ai loro figli e nipoti, molti dei quali presenti alla cerimonia".
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