Le proteste a Hong Kong sono continuate anche oggi con una nuova chiamata allo sciopero generale: migliaia di persone si sono ritrovate nelle strade di Central sfruttando la pausa pranzo, bloccando l'area tra Des Voeux Road Central e Pedder Street, a replicare una mossa già vista ieri. I servizi di trasporto sono tornati sotto pressione, funzionando a singhiozzo, mentre gruppi di giovani attivisti con mascherina sono tornati nelle strade.
Nel pomeriggio la polizia ha lanciato gas lacrimogeni per dispedere i manifestanti che si erano radunati a Pedder Street, ai quali si erano uniti molti dipendenti degli uffici del Financial District. Tra gli slogan ascoltati: "Liberate Hong Kong", "Sciogliete la polizia di Hong Kong, subito!" e il tradizionale "Cinque richieste, non una in meno!". I manifestanti, inoltre, hanno tenuto cortei spontanei come quello di Kwun Tong su Wai Yip Street.
Per quanto riguarda le violenze di lunedì, la polizia ha fatto sapere di aver eseguito 287 arresti, lanciato 255 raffiche di lacrimogeni, 204 proiettili di gomma e 96 granate "spugna", ovvero dispositivi antisommossa classificati come non letali. La giornata era stata contrassegnata però da due episodi: un ragazzo di 21 anni era stato gravemente ferito dal colpo di pistola sparato a bruciapelo da un agente nel centro della città; mentre in un secondo momento gli attivisti avevano dato alle fiamme un uomo pro-Cina nei Nuovi Territori, al culmine di una lite.
Gli Stati Uniti, intanto, hanno espresso "forte preoccupazione" per la violenza crescente ad Hong Kong ed hanno chiesto maggiore misura sia alle forze di sicurezza, sia ai manifestanti. "Condanniamo la violenza di ogni parte - ha detto la portavoce del Dipartimento di Stato, Morgan Ortagus - Esprimiamo vicinanza alle vittime a prescindere dalle loro inclinazioni politiche e invitiamo tutte le parti - polizia e manifestanti - all'esercizio di maggiore moderazione". Allo stesso modo, la Gran Bretagna ha definito "profondamente inquietante" l'ultima tornata di aspre violenze.
Pechino, da parte sua, ha ribadito che la lotta alle violenze e il ritorno dell'ordine sono le priorità per Hong Kong, accusando Stati Uniti e Gran Bretagna di adottare "un doppio standard" nel valutare le vicende dell'ex colonia. Ed è stato confermato il sostegno del governo centrale a quello della governatrice Carrie Lam.
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