La speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi, accelera e ordina di procedere con gli articoli dell'impeachment contro Donald Trump per l'Ucrainagate, spianando la strada al voto in aula entro Natale. "E' in gioco la nostra democrazia. In America nessuno è sopra la legge. Il presidente non ci lascia altra scelta perché sta tentando di corrompere nuovamente le elezioni a suo vantaggio", ha scandito solennemente in un discorso formale di sei minuti a Capitol Hill, con uno sfondo patriottico di bandiere a stelle e strisce. "I fatti - ha incalzato Pelosi dopo essersi richiamata ai padri fondatori - sono incontestabili: Trump ha abusato dei suoi poteri per un suo beneficio politico a spese della nostra sicurezza nazionale, bloccando gli aiuti militari e un invito alla Casa Bianca (al presidente ucraino, ndr) in cambio dell'annuncio di un'indagine su un suo rivale politico", ossia Joe Biden, frontrunner dei democratici nella corsa alla Casa Bianca. "Una grave violazione della costituzione" che a suo avviso è stata confermata "senza dubbi" dai costituzionalisti sentiti ieri nella prima udienza della commissione Giustizia della Camera, che ora ha fissato una nuova udienza lunedì per la presentazione delle prove.
Entro la fine della prossima settimana, forse giovedì, potrebbero essere votati gli articoli, poi ci sarà il voto finale della Camera, probabilmente entro Natale. I capi di imputazione evocati sinora sono abuso di potere, ostruzione del Congresso e della giustizia, ma Pelosi è stata evasiva sulla possibilità che siano incluse anche accuse legate al Russiagate. Poco prima del suo intervento, Trump aveva accusato i dem di voler trasformare l'impeachment in un'arma "di routine" contro i futuri presidenti e li aveva sfidati a fare in fretta per "avere un processo giusto in Senato", dove "avremo Schiff (il presidente della commissione Intelligence della Camera, ndr), i Biden, Pelosi e molti altri a testimoniare. E riveleremo, per la prima volta, quanto corrotto è il nostro sistema".
Tweet che rivelano la sua strategia: boicottare il processo alla Camera, dove i democratici hanno la maggioranza, e usare il Senato, controllato dai repubblicani "più uniti che mai", non solo per "vincere" con un'assoluzione ma anche per fare un contro processo. In particolare a Joe Biden e a suo figlio Hunter, da lui accusati di corruzione per le loro attività in Ucraina. Ma l'ex vicepresidente ha già fatto sapere che non si presenterà spontaneamente, ovvero senza ricevere un mandato di comparizione. "Non consentirò a Trump di distogliere l'attenzione dai suoi crimini", ha detto Biden, che è passato al contrattacco postando su Twitter il video virale in cui alcuni leader del vertice Nato, tra cui il premier canadese Justin Trudeau, deridono il tycoon a Buckingham Palace. "Il mondo vede Trump per quello che è. Insincero, mal informato, corrotto, pericolosamente incompetente e incapace di leadership mondiale. Abbiamo bisogno di un leader che il mondo rispetti", ha scritto l'ex vice di Obama, che intanto ha incassato il primo endorsement di alto profilo dall'ex segretario di Stato John Kerry e sta valutando come vice la senatrice Kamala Harris dopo il suo ritiro dalla corsa presidenziale. Trudeau, dal canto suo, ha cercato di gettare acqua sul fuoco ammettendo che con gli altri leader stava effettivamente parlando di Trump ma solo per spiegare i ritardi causati da una delle lunghe e improvvisate conferenze stampa del tycoon. Che alla fine ha abbandonato il summit Nato cancellando quella finale e bollando Trudeau come "un ipocrita".
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