Il presidente russo Vladimir Putin ha finalmente parlato chiaro a proposito dell'epidemia di coronavirus - che sinora ha largamente risparmiato il Paese - e ha chiesto ai suoi concittadini di "non fare incetta" di beni di prima necessità poiché la situazione è "sotto controllo". E dunque i russi hanno prontamente assaltato i supermercati. I numeri, infatti, parlano chiaro. I contagi stanno aumentando (soprattutto a Mosca) e le indiscrezioni si susseguono fitte, come quella che dà ormai per certo il 'lockdown' della capitale entro le prossime due settimane, se non già al termine di quella corrente. Le autorità hanno negato. Ma siccome un vecchio detto sovietico recita 'non credere a nulla sino a che non lo smentisce il Cremlino', negli ultimi giorni, per la prima volta, anche a Mosca si sono viste scene di preparazione all'apocalisse - prontamente documentate sui social - come negli altri Paesi sconvolti dal virus. Ma sono le prime avvisaglie: il grosso della città ancora vive come se nulla fosse. "Il medico mi ha detto che con un bicchierino di vodka al giorno passa tutto". Sembra una spacconata ma in realtà la battuta è molto in voga fra i russi e gli 'expat' europei, italiani in testa, vengono guardati strano (benché la solidarietà per la crisi nostrana sia totale), come se fossero fin troppo ansiosi. Così si creano due mondi: quello di chi vede l'onda montare e quello di chi pensa che sia tutta una psicosi. Tutto già visto altrove. Le autorità dal canto loro si preparano: il comune di Mosca ha fatto sapere di aver pizzicato oltre 200 furbetti della quarantena - tutti rientrati da zone a rischio - grazie al sistema di riconoscimento facciale cittadino. Prove generali.
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