Il presidente cinese Xi Jinping ha firmato l'ordine presidenziale per promulgare la nuova legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong: lo ha riferito l'agenzia Xinhua. La legge è stata inserita nell'elenco delle leggi dell'Allegato III della Basic Law, la costituzione dell'ex colonia britannica. L'Ufficio per gli affari di Hong Kong e Macao del governo centrale ha rimarcato che la misura è una "pietra miliare" del modello 'un Paese due sistemi' e sarà una "spada affilata sulle teste di quanti mettono in pericolo la sicurezza nazionale": sarà una minaccia per una minoranza e un "santo patrono" per la maggior parte dei residenti di Hong Kong, proteggendo le loro libertà.
Il voto, secondo Cable Tv, è maturato all'unanimità all'interno del Comitato permanente del Congresso nazionale del Popolo, ramo legislativo del parlamento di Pechino. La mossa, che ha causato la dura opposizione di Usa, Ue e Gran Bratagna, è vista come una stretta all'ampia autonomia di Hong Kong prevista al momento del passaggio della città dalla sovranità di Londra a quella di Pechino.
Il massimo della pena comminata per i reati puniti dalla nuova legge sulla sicurezza nazionale voluta dalla Cina per Hong Kong è l'ergastolo. Il testo, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del governo dell'ex colonia britannica, punisce con estrema severità i reati di secessione, sovversione, terrorismo e collusione con forze esterne, prevedendo pene diverse in base alla gravità dell'offesa contestata. La legge è entrata in vigore alle 23:00 locali, le 17:00 in Italia. La Cina istituirà nei territori di Hong Kong un'agenzia sulla sicurezza nazionale. Oltre all'ufficio, i consulenti del governo centrale saranno incaricati di sorvegliare l'applicazione della legge e in alcuni casi, quelli ritenuti più gravi, i trasgressori saranno inviati e processati nei tribunali della Cina continentale.
"Questa legge rischia di minare seriamente l'alto livello di autonomia di Hong Kong e l'indipendenza del potere giudiziario. La Ue deplora questa decisione": così il presidente del Consiglio Ue Charles Michel durante la conferenza stampa al termine del summit Ue-Corea del Sud.
Demosisto si scioglie dopo il via libera della Cina alla legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong. E' la comunicazione postata su Twitter dal partito pro democrazia fondato da attivisti studenteschi come Joshua Wong, Nathan Law, Jeffrey Ngo e Agnes Chow, che in mattinata hanno rassegnato le dimissioni dal partito. "Dopo molte deliberazioni interne, abbiamo deciso di sciogliere e di interrompere tutte le operazioni come gruppo date le circostanze", si legge nel post. Demosisto è finito nel mirino per le campagne a favore delle riforme come il suffragio universale.
La legge sulla sicurezza nazionale imposta dalla Cina "segna la fine della Hong Kong che il mondo conosceva. Con poteri spazzati via e una legge indefinita, la città diventerà uno stato di polizia segreta": lo scrive su Twitter l'attivista pro-democrazia Joshua Wong.
Hong Kong prenderà le "necessarie contromisure nell'ipotesi di sanzioni da parte degli Stati Uniti": è la posizione della governatrice Carrie Lam che, nella conferenza stampa settimanale, ha precisato che le misure americane, qualunque possano essere, "non ci spaventano". Il Dipartimento del Commercio statunitense ha iniziato ieri il processo di congelamento dello speciale status vantato dall'ex colonia britannica nei rapporti bilaterali con gli Stati Uniti.
Il governo giapponese definisce "un atto spiacevole" il passaggio della legge sulle sicurezza nazionale di Hong Kong, malgrado le proteste dei residenti locali e la contrarietà della comunità internazionale. Lo ha detto il capo di Gabinetto Yoshihide Suga a margine di un incontro stampa, spiegando che il principio "Un paese due sistemi" era estremamente importante per Tokyo, considerati gli importanti rapporti economici con la ex colonia britannica e gli scambi commerciali tra i due Paesi.
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