"In troppi luoghi, compresi gli Stati Uniti e l'Europa, i progressi della democrazia sono sotto attacco. E noi dobbiamo difenderli": è il monito lanciato da Joe Biden nel suo intervento alla Conferenza di Sicurezza di Monaco. Per il presidente americano, di fronte a sfide globali come la pandemia, le autocrazie non sono la risposta come sostengono in molti: "La democrazia deve prevalere e dobbiamo dimostrare che le democrazie possono ancora adempiere alla loro funzione nel soddisfare i bisogni dei nostri popoli".
La Russia di Vladimir Putin "è una minaccia per le nostre democrazie" ha proseguito Biden mettendo in guardia sul rischio del ritorno a una Guerra Fredda. "Putin cerca di indebolire il progetto europeo e la Nato. Vuole minare l'unità e l'alleanza transatlantiche e la nostra risolutezza per intimidire più facilmente e usare la prepotenza contro i singoli stati", ha aggiunto Biden ricordando il caso della Crimea e dell'Ucraina e poi ha rinnovato l'impegno degli Stati Uniti per un pieno sostegno alla Nato. "Putin cerca di indebolire il progetto europeo e la Nato. Vuole minare l'unità e l'alleanza transatlantiche e la nostra risolutezza per intimidire più facilmente e usare la prepotenza contro i singoli stati", ha aggiunto Biden ricordando il caso della Crimea e dell'Ucraina.
Quanto alla Cina, il presidente americano è convinto che occorre "respingerne gli abusi economici" e ha avvertito che gli Usa e l'Europa devono prepararsi ad una competizione di lungo periodo con Pechino e che sarà "una competizione dura". "Tutto il mondo deve giocare con le stesse regole", ha ammonito Biden, accusando Pechino di infrangere continuamente queste regole minando le fondamenta del sistema economico internazionale. Biden poi ha ricordato che che gli Stati Uniti sono per il dialogo e la diplomazia ma devono rispondere alle attività destabilizzanti dell'Iran.
Per il neo presidente ci troviamo in un "momento cruciale nella lotta tra democrazia e autocrazia".
L'APPELLO DI JOHN KERRY PER IL CLIMA - "Questo è il decennio decisivo per la lotta al cambiamento climatico". È l'allarme rilanciato da John Kerry, l'inviato degli Usa per il clima, nell' intervento alla videoconferenza sulla Sicurezza di Monaco. "Tre anni fa gli esperti ci dissero avevamo solo 12 anni per riportare il riscaldamento sotto 1,5 gradi", ha affermato. Kerry ha sottolineando che "l'incontro dell'Onu di novembre prossimo a Glasgow sarà l'ultima occasione per portare tutti i paesi a bordo". "Non possiamo fallire, o avremo tradito le generazioni future", ha incalzato Kerry.
La conferenza della Sicurezza di Monaco, aperta oggi con un incontro virtuale dei leader mondiali, non è finita e il chairman Wolfgang Ischinger ha annunciato nuove tappe. Si è notata l'assenza di interlocutori come la Russia - è ospite fisso in genere il ministro degli esteri Serghei Lavrov - e la Cina. Il primo incontro ha visto i leader di più alto rango, e non era aperto ai capi della diplomazia. La presenza di un presidente degli Stati Uniti era invece del tutto inedita.
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