Commemorare o non commemorare la figura di Napoleone? Il presidente Emmanuel Macron, in ogni caso, ha già deciso, e il 5 maggio prossimo celebrerà il bicentenario della morte, in quanto l'imperatore è "una figura maggiore della nostra storia", ha annunciato oggi il portaovce del governo, Gabriel Attal, precisando che le modalità di queste celebrazioni saranno annunciate "piu' tardi dall'Eliseo". Morto il 5 maggio 1821 mentre si trovava in esilio sull'isola di Sant'Elena, Napoleone è "una figura maggiore della nostra storia", che bisogna guardare "in faccia", con "gli occhi spalancati", "incluso per quei momenti che possono essere stati difficili" e per "scelte che appaiono oggi contestabili", ha affermato Attal, al termine del consiglio dei ministri a Parigi.
In Francia, l'opportunità di celebrare o meno il bicentenario della morte dell'imperatore suscita dibattito. Napoleone è al tempo stesso tra i personaggi preferiti dai francesi e figura controversa per la sua azione durante i quindici anni in cui ha esercitato il potere, tra il 1799 e il 1815. Domenica scorsa, ad esempio, la ministra incaricata per le Pari Opportunità, Elisabeth Moreno, ha duramente criticato l'imperatore dicendo, tra l'altro, che è stato "tra i piu' grandi misogini" e per aver "ripristinato la schiavitu'", pur riconoscendo che si tratta di un "grande uomo della storia francese".
Alla Grande Halle de la Villette di Parigi, è prevista una grande mostra consacrata alla figura di Napoleone, tra il 14 aprile e il 19 settembre, Covid permettendo. L'ambizione è "fare un giusto ritratto di un personaggio affascinante che ha modellato la Francia contemporanea"; dichiarano gli organizzatori, tra cui la Réunion des musées nationaux (RMN). Numerose rassegne sono inoltre previste ad Ajaccio, in Corsica, città di nascita di Napoleone, tra cui una ricostituzione con in costume del rimpatrio delle sue ceneri da Sant'Elena a Parigi, nel 1840.
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