Il braccio di ferro tra il Cremlino e Alexey Navalny - nonché, per estensione, tutta la sua squadra - sta approdando alle fasi finali. Il tutto, ovviamente, in vista della manifestazione di mercoledì.
La notizia della giornata è che l'oppositore è stato trasferito in ospedale e che le sue condizioni di salute sono state definite "soddisfacenti". Ma nessuno, tra i suoi sostenitori, ha tirato un sospiro di sollievo. Anzi. La clinica si trova infatti all'interno di un'altra colonia penale (la IK-3), subito definita dal suo staff "un centro di tortura". Insomma, una farsa buona per disinnescare le ragioni della protesta e, forse, dare un contentino alle capitali occidentali.
Dopo che domenica si è sollevato un coro sdegnato, tra Usa ed Europa, per gli allarmi sulla condizioni di Navalny, la questione è finita sul tavolo del Consiglio Esteri dell'Ue. "Chiediamo che abbia accesso immediato ai suoi medici di fiducia e riteniamo la Russia responsabile per la sua salute", ha commentato l'Alto rappresentante dell'Ue Josep Borrell, spiegando tuttavia che non sono in preparazione nuove sanzioni contro Mosca (anche se la situazione può cambiare).
La portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha ribadito in serata che quello che capita in carcere all'oppositore russo "è responsabilità del governo russo" e che "il mondo ne chiederà conto". "Nel frattempo il nostro obiettivo naturalmente è continuare a premere per il suo rilascio e ribadire il nostro punto di vista che deve essere trattato umanamente", ha dichiarato.
"Lo stato di salute dei detenuti e dei prigionieri sul territorio russo non può e non deve essere un argomento di interesse per gli altri Stati", ha sottolineato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, nel suo consueto briefing con la stampa.
Per Ivan Zhdanov, direttore del Fondo Anti-Corruzione, "il trasferimento alla IK-3 è uno spostamento alla stessa colonia di tortura, solo con un grande ospedale, dove vengono trasferiti i malati gravi. E questo va inteso come il fatto che le sue condizioni sono peggiorate così tanto che persino la colonia della tortura lo ammette". "È abbastanza chiaro che ora ci viene data una sorta di 'buona notizia' sulle condizioni di Alexey prima della protesta ma non fatevi ingannare", ha aggiunto.
I preparativi per l'azione di mercoledì continuano, da entrambe le parti. Sui social i sostenitori dell'oppositore hanno pubblicato la lista delle città e i punti dove recarsi. Pronta la risposta delle autorità. Il ministero dell'Interno russo invita a non partecipare alle manifestazioni non autorizzate e dichiara che le forze dell'ordine "non permetteranno una destabilizzazione della situazione e prenderanno tutte le misure necessarie per mantenere l'ordine nelle regioni del Paese". La procura generale ha poi emesso un bollettino in cui precisa che chi prenderà parte alle proteste rischierà la "procedura penale".
Fissata per il 26 aprile la prima udienza del tribunale di Mosca che dovrà decidere se il movimento di Navalny - già bollato come "agente straniero" - sarà considerato un'organizzazione estremista, con conseguenze micidiali nel caso.
Nel frattempo la Corte europea dei diritti dell'uomo ha notificato al governo di Mosca il ricorso presentato da Navalny contro la sua detenzione in carcere in Russia, aprendo di fatto il processo sul caso. Il leader dell'opposizione russa aveva fatto ricorso ai giudici di Strasburgo il 20 gennaio scorso, affermando che la carcerazione mette a rischio la sua vita. La notifica segue la richiesta avanzata dalla stessa Corte il 16 febbraio affinché Mosca prendesse misure urgenti per la liberazione del leader dell'opposizione russa.
Nel ricorso, Navalny afferma di essere sottoposto a maltrattamenti, in particolare attraverso la privazione del sonno, una nutrizione inadeguata, forti pressioni psicologiche, abusi verbali e il diniego di assistenza medica. Nel notificare il ricorso a Mosca, la Corte di Strasburgo ha avanzato una serie di richieste di chiarimento sulla detenzione dell'oppositore, alle quali Mosca dovrà rispondere entro il 12 luglio. I giudici di Strasburgo vogliono sapere se le autorità russe possono addurre "un impedimento oggettivo" per non aver dato seguito alla richiesta di liberazione del 16 febbraio. Inoltre, i togati chiedono se l'attuale stato di salute di Navalny, le strutture mediche e le cure che sta ricevendo sono compatibili con il rispetto del suo diritto alla vita e a non essere sottoposto a maltrattamenti, anche tenendo conto del "deterioramento della salute quasi letale" che l'oppositore ha subito a seguito dell'avvelenamento dell'agosto 2020 "e l'impatto che questo ha avuto sulla sua salute".
E parlando del caso Navalny in videoconferenza al Consiglio Affari Esteri dell'Ue, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio "ha ribadito l'appello affinché gli sia assicurato accesso immediato alle cure mediche necessarie". Lo si legge in una nota della Farnesina.
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