La settimana scorsa Joe Biden, ricevendo Angela Merkel, lo aveva ribadito con forza: quello del Nord Stream 2 è un "bad deal", un cattivo affare destinato a portare benefici solo al Cremlino, aumentando la dipendenza energetica dell'Europa dalla Russia e regalando a Vladimir Putin un'arma in più da usare contro l'Ucraina e altri Stati confinanti. Ma dopo giorni di serrate trattative il presidente americano ha dato il via libera al controverso gasdotto, mettendo da parte i timori e privilegiando la necessità di rafforzare le relazioni con Berlino.
L'accordo raggiunto tra Washington e la capitale tedesca, annunciato con una dichiarazione congiunta, è arrivato mentre Putin si congratulava al telefono con la cancelliera Merkel, con i due leader che hanno parlato di "compromesso costruttivo". Il Nord Stream 2, che correndo accanto al Nord Stream permetterà di raddoppiare la quantità di gas naturale che Mosca esporta direttamente in Germania e nel cuore del Vecchio Continente, sarà dunque completato, considerando che il 98% delle tubature che passano sotto le acque del Mar Baltico sono state già installate.
Si tratta di una vera e propria svolta nella linea della Casa Bianca rispetto a quella di assoluta intransigenza tenuta negli anni scorsi prima dall'amministrazione Obama poi da quella guidata da Donald Trump. Una svolta che, al di là delle dichiarazioni ufficiali, era nell'aria, con Biden che aveva già deciso di congelare le sanzioni contro i vertici della Nord Stream 2 AG, l'impresa che sta realizzando l'opera e il cui azionista di maggioranza è il colosso energetico russo Gazprom.
Tra i punti dell'intesa centrale è il messaggio indirizzato alla Russia, con l'esplicito impegno a varare durissime sanzioni e altre misure punitive se il Cremlino dovesse sfruttare il Nord Stream 2 per fare pressioni indebite sull'Europa o per ricattare l'Ucraina con atteggiamento aggressivi e attività maligne. Anche se da Kiev come da Varsavia la notizia viene presa malissimo, definendo il gasdotto russo come una vera e propria minaccia per l'Ucraina e per l'intera Europa centrale.
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