Il gigante americano dei giocattoli Mattel rende omaggio, in tempi di battaglia globale contro la pandemia, a 6 donne impegnate nel mondo della medicina in vari Paesi; e lo fa realizzando altrettante bambole dell'iconico modello di Barbie ispirate alle loro fattezze. La notizia rimbalza dagli Usa e arriva sui media britannici, che sottolineano come il tributo sia indirizzato fra le altre alla professoressa Sarah Gilbert, direttrice del prestigioso istituto Jenner all'università di Oxford e 'madre' del primo vaccino anti Covid messo a punto sul pianeta, prodotto poi dal gruppo farmaceutico anglo-svedese AstraZeneca.
Barbie virologa, ispirata alla creatrice del vaccino AstraZeneca
Mattel, oltre a Gilbert (già decorata in patria di recente con l'Ordine dell'ex Impero britannico concesso dalla regina su proposta del governo di Boris Johnson e con il titolo di Dame), ha scelto per l'immagine delle sue moderne 'Barbie-scienziate' due operatrici sanitarie americane, Amy O'Sullivan e Audrey Cruz, l'attivista canadese Chika Stacy Oriuwa, la ricercatrice brasiliana Jaqueline Goes de Jesus e il medico australiana Kirby White.
La direttrice dell'istituto Jenner ha accettato il tributo con qualche imbarazzo, ma in fondo di buon grado. E' una notizia "molto strana", ha sorriso alla Bbc, auspicando comunque che l'iniziativa possa "ispirare la nuova generazione".
"La mia speranza è che la bambola che mi è stata dedicata serva a far conoscere alle bambine una carriera futura di cui possono non saper nulla", e magari suggerire loro il sogno di diventare "vaccinologhe", ha aggiunto l'accademica britannica. "Il nostro vuol essere una forma di riconoscimento ai tremendi sacrifici affrontati da coloro che lavorano in prima fila come eroi per contrastare la pandemia e le sfide che ne sono derivate", ha sottolineato da parte sua da oltreoceano Lisa McKnight, vicepresidente responsabile del settore bambole alla Mattel. Un modo per "illuminare i loro sforzi, condividendo storie che una piattaforma come Barbie può rendere fonte d'ispirazione per le prossime generazioni", ha proseguito, esprimendo la convinzione che i nuovi modelli possano "alimentare l'immaginazione dei bambini in direzione dell'esempio reso da queste eroine".
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