Dirigenti di importanti istituzioni culturali in Russia si sono dimessi sulla scia dell'invasione dell'Ucraina. Lo riporta il sito ArtNet che parla di un esodo "in massa" e cita in particolare due casi, il vicedirettore del Pushkin Vladimir Opredelenov e il direttore artistico della Fondazione Vac a Mosca, Francesco Manacorda.
"La maggior parte delle dichiarazioni di curatori e direttori suggeriscono che le dimissioni sono state volontarie, ma ci sono elementi che lasciano pensare che siano stati messi alla porta da colleghi e superiori per l'assenza di sostegno alle posizioni di Vladimir Putin", scrive il sito che da New York segue da vicino il mondo dell'arte.
Il vicedirettore del Pushkin Opredelenov in un post su Instagram ha spiegato che le sue opinioni sugli eventi di questi giorni "non coincidono con quelle dei colleghi al Ministero delle Cultura" e che, pur sperando che le cose cambino nel prossimi futuro, "è costretto a lasciare l'amato museo".
A causa del conflitto in Ucraina si sarebbe dimesso anche Manacorda: "Gli eventi correnti hanno significativamente cambiato le condizioni di lavoro e personali", ha detto l'ex direttore della Tate Liverpool alla Tass: "Ho concluso così che non sarò in grado di continuare con la stessa dedizione che mi avrebbe reso orgoglioso".
La Vac gestisce due spazi, uno alle Zattere a Venezia e l'altro a Mosca, in un'ex centrale elettrica disegnata ad Renzo Piano. La fondazione fa capo a Leonid Mikhelson, il Ceo del gruppo energetico Novatek, con stretti legami col Cremlino.
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