Ormai tutta l'Ucraina è sotto attacco russo. Raid e bombardamenti si sono concentrati anche nella zona nord occidentale, del paese, quella al confine con la Polonia che fin qui era rimasta un po' ai margini del conflitto. Le truppe russe hanno lanciato numerosi attacchi aerei sul centro internazionale per il mantenimento della pace e la sicurezza di Javoriv, che si trova più o meno a metà strada fra Leopoli e il confine polacco, a circa 25 km dall'Unione Europea. Nel centro era attivo anche personale straniero. Secondo le prime informazioni raccolte dai media internazionali, sarebbero stati lanciati sulla base una trentina di missili, ci sarebbero almeno 35 morti e 57 feriti. Nella notte esplosioni si sono sentite anche a Leopoli, la principale città della parte occidentale del paese, dove dallo scoppio della guerra si sono trasferite molte ambasciate e operatori internazionali. In mattinata in città, come riferisce l'inviata dell'ANSA, sono suonate le sirene dell'allarme antiaereo: erano diversi giorni che questo non accadeva in pieno giorno. Che l'Ucraina sia ormai completamente sotto assedio lo testimonia la mappa dei bombardamenti quotidiani che tocca città praticamente in tutte le aree del paese, da nord a sud, da est a ovest. Nove morti in un bombardamento ci sono stati a Mykolaiv, che si trova nel sud dell'Ucraina, a un centinaio di chilometri da Odessa, la città sul Mar Nero a poca distanza dal confine con la Moldavia. E un condominio è stato distrutto dalle bombe a Chernihiv, a nord di Kiev, vicino al confine con la Bielorussia.
Le autorità ucraine continuano a denunciare anche il mancato rispetto delle forze armate russe dei corridoi umanitari per l'evacuazione della popolazione. Nella notte un treno passeggeri usato per far evacuare i civili è stato colpito da schegge nell'est del paese. Il macchinista è morto e un altro membro del personale è rimasto ferito. L'attacco è avvenuto alla stazione di Brusyn, nella regione orientale di Donetsk. Il treno stava andando nella stazione di Lyman a prendere persone che stavano evacuando. Fra loro un centinaio di bambini. La stazione è stata, a sua volta, evacuata. L'Ucraina accusa la Russia anche di utilizzare bombe al fosforo: lo ha detto Oleksi Bilochytsky, capo della polizia di Popasna, (un centinaio di chilometri a ovest di Lugansk, nel Donbass, l'est del paese rivendicato dai russi). Sempre nel Donbass, secondo le autorità regionali, i bombardamenti hanno colpito anche due chiese ortodosse dove si rifugiano i civili: la chiesa di Svyatogirsk, famoso luogo di culto nella regione di Donetsk, e una chiesa a Severodonetsk, nella regione di Lugansk.
Un ruolo molto importante nella resistenza ucraina la stanno giocando i sindaci delle varie città: le forze armate russe ne hanno rapito un altro, Yevhen Matviiv, sindaco di Dniprorudne, nella parte sudorientale del Paese, poco distante dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa, che adesso si trova sotto il controllo russo. Quello di Dniprorudne è il secondo sindaco rapito, dopo quello di Melitopol, da quando è iniziata l'invasione russa in Ucraina. "I crimini di guerra stanno diventando sistemici", afferma il governatore della regione di Zaporizhzhia Olexandr Starukh, commentando la vicenda.
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