Al quinto allarme anti-aereo in poco più di dodici ore anche gli abitanti della Parigi dell'Est non ce l'hanno fatta più. In parte, hanno deciso di disattendere l'invito arrivato dagli altoparlanti e hanno continuato a passeggiare. A comprare street food. A parlare seduti sulle panchine della Piazza del Mercato. Al ventiseiesimo giorno di guerra anche Leopoli comincia ad accusare un po' di stanchezza, eternamente sospesa tra l'attacco imminente e la bellezza dei suoi palazzi asburgici. Ma da qualche ora, a Ovest del Dnepr il grande fiume che divide geograficamente in due l'Ucraina, l'allerta è in costante aumento.
Attacchi alle strutture militari di Leopoli, almeno finora, non ce ne sono stati. Ma in mattinata ecco due missili piombare su un campo di addestramento a Rivne, a duecento chilometri dalla città. Anche a Zytomyr, tra Leopoli e Kiev raccontano di una città vuota e di strade avvolte in un'atmosfera di crescente tensione. I due allarmi scattati nella notte a Leopoli hanno fatto temere per un attimo al peggio. Occhi subito puntati sulla torre della tv, obiettivo sensibile e, soprattutto, struttura in linea d'aria pericolosamente vicina al centro. Ben più vicino dell'altro possibile bersaglio dell'aviazione russa: l'aeroporto internazionale situato a Sud-Ovest della città. E poi c'è il rebus Minsk. Tra chi maneggia con una certa disinvoltura le strategia militari di questo conflitto cresce la convinzione che una delle possibili linee rosse dell'invasione Russia sia l'intervento della Bielorussia. Ma è veramente possibile? Minsk, si sa, vive all'ombra di Mosca. Ma a Leopoli in tanti ricordano un dato: i rapporti tra bielorussi e ucraini non sono mai stati eccessivamente tesi, fino a qualche tempo fa sarebbe stato impossibile pensare a un attacco dei primi ai secondi.
Il problema è che si naviga a vista. A Leopoli come nelle cancellerie europee. Si naviga in un pantano diplomatico che nelle città ucraine, anche in quella meno colpita, diventa quotidiano. Un punto fermo resta l'appoggio, fermissimo, dell'Occidente a Volodymyr Zelensky. "Il coraggio degli ucraini è stato incredibile, lavoriamo duramente per fornirgli aiuto", ha assicurato l'ambasciatore francese in Ucraina Etienne de Poncins. Aprendo ad una verifica, assieme alle autorità ucraine, di possibili "crimini di guerra" commessi dalla Russia. In settimana, tramite il ponte aereo polacco, la Francia invierà ambulanze, veicoli d'emergenza, kit umanitari.
Nel frattempo il canale Telegram del sindaco, Andrij Sadovyj, alternava notizie funeste a spiragli di speranza. Prima denunciava la morte, a Kharkiv, del 96enne Boris Romanchenko, sopravvissuto a più lager ma non alla furia "hitleriana" dei russi. Poi annunciava che 105 donne, sfollate da ogni parte dell'Ucraina, dall'inizio della guerra hanno partorito negli ospedali di Leopoli. Provenivano da Kharkiv, Zaporizhia, Kiev e sono dovute scappare con poche cose dalle bombe di Mosca. "Ma la vita vincerà sempre sulla morte", sentenziava Sadovyi.
E' stato lunedì cominciato con l'ennesimo funerale di un militare ucciso, quello di Leopoli. E la giornata è finita con un allarme anti-aereo di oltre due ore. Ma dopo poco più di un'ora, le strade sono comunque tornate ad affollarsi. Da un bar le note di 'Hey Jude' hanno cominciato a diffondersi per la Piazza del Mercato. E quando le sirene hanno decretato il ritorno alla vita non tutti, questa volta, le hanno sentite.
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