Le proteste in atto in Iran dopo la morte di Mahsa Amini, giunte alla settima settimana, "sono frutto dei complotti di Usa, Gran Bretagna, regime sionista e regime marcio dell'Arabia Saudita": lo ha detto il comandante delle Guardie Rivoluzionarie Hossein Salami.
"Sig. Biden! ti abbiamo cacciato via dall'Iran e dalla regione e seppelliremo il tuo sogno sulle proteste in questa terra", ha detto Salami, citato da Irna, aggiungendo: "L'Arabia Saudita e i suoi media affiliati! Attenzione, verremo da voi per aver provocato il nostro popolo e seminato discordia. Immaginate solo cosa potrebbe succedervi. Quindi, fareste meglio a non sentirvi calmi, poiché vi toglieremo la calma".
Rivolgendosi poi ai manifestanti, Salami ha avvertito: "Non lasciatevi ingannare dai nemici. Oggi deve essere l'ultimo giorno dei disordini. Non venite in piazza. Nessuno vi lascerà ribellare in questa terra".
Iran, Mahsa Amini: cori e spari nella notte a Sanandaj
Persone in lutto si sono radunate nella città di Shiraz, nel sud dell'Iran, per le esequie delle vittime di un assalto mortale a un santuario avvenuto mercoledì scorso durante una manifestazione contro le rivolte in atto dopo la morte di Mahsa Amini. Almeno 15 persone sono state uccise mercoledì in un importante santuario musulmano sciita della città, secondo i media ufficiali, in un attacco rivendicato dal gruppo del sedicente Stato islamico. La sparatoria al mausoleo di Shah Cheragh è avvenuta lo stesso giorno in cui migliaia di persone in tutto l'Iran hanno reso omaggio ad Amini, 40 giorni dopo la sua morte in custodia di polizia. Amini, 22 anni, è morta il 16 settembre, tre giorni dopo l'arresto per aver indossato male il velo. Durante i cortei funebri di oggi, la folla ha intonato slogan contro gli Stati Uniti, Israele e Gran Bretagna per il loro presunto sostegno alle proteste. Brandendo simboli sciiti, la folla ha marciato attraverso il centro di Shiraz seguendo un veicolo che trasportava le bare delle vittime drappeggiate con la bandiera iraniana. Durante la manifestazione il capo dei pasdaran Hossein Salami ha accusato i Paesi 'nemici' di fomentare la rivolta e avvertito i manifestanti che 'la rivolta deve finire oggi'.
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