E' scontro aperto tra democratici e repubblicani sull'avvio di un'inchiesta di impeachment contro Joe Biden sulla presunta complicità negli opachi affari esteri del figlio Hunter quando lui era vicepresidente. I big del partito dell'Asinello sono scesi in campo accusando i rivali di usare questa procedura rara come un'arma politica, senza una votazione e senza alcuna prova.
Nel mirino in particolare lo speaker della Camera Kevin McCarthy, costretto a questa mossa sotto la minaccia di essere sfiduciato dall'ala destra del partito, che ora tira la corda anche sull'accordo per evitare lo shutdown di fine mese. Il governatore della California Gavin Newsom lo ha dipinto come un "burattino" di Donald Trump, che preme da mesi per l'impeachment del suo rivale. Appare evidente la regia dietro le quinte del tycoon, che nei giorni precedenti l'annuncio ha tessuto la sua tela con deputati chiave di un partito che continua a dominare, come la capogruppo alla Camera Elise Stefanik e Marjorie Taylor Greene.
Il presidente Biden non ha finora commentato e preferisce ostentare il suo impegno sull'agenda interna. La sua portavoce Karine Jean-Pierre si è limitata ad ammonire i repubblicani a "mantenere le loro promesse, fare il loro lavoro e finanziare il governo", alludendo allo spettro dello shutdown.
Ma la Casa Bianca ha fatto un passo inusuale, inviando ai dirigenti dei principali network Usa (tra cui Cnn, New York Times, Fox News, Ap, Cbs) una lettera per esortarli "ad intensificare il controllo sui repubblicani della Camera" dopo l'avvio di un'indagine di impeachment su Biden "basata su menzogne", su "accuse non solo infondate ma smentite". Un'indagine che dovrebbe "far suonare il campanello d'allarme per le testate giornalistiche" inducendole a un rigoroso fact-checking. "Biden non ha commesso nulla di male. Lo hanno detto gli investigatori e persino qualche repubblicano". Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, a proposito dell'impeachment bollando le accuse dello speaker della Camera Kevin McCarthy come "infondate e ridicole. E' una mossa politica".
Nella lettera, firmata da Ian Sams, portavoce dell'ufficio legale della Casa Bianca, si chiede agli organi di stampa di essere più lucidi nella copertura di questi sviluppi e di non cadere preda delle trappole della falsa equivalenza nei resoconti. "Coprire l'impeachment come una storia processuale - i repubblicani dicono X, ma la Casa Bianca dice Y - è un disservizio per il pubblico americano che fa affidamento sulla stampa indipendente per chiedere conto a coloro che detengono il potere delle loro responsabilità", scrive Sams. "E nel moderno ambiente mediatico, dove ogni giorno bugiardi e imbonitori diffondono disinformazione e menzogne ovunque, da Facebook a Fox, trattare storie che non riescono a svelare l'illegittimità delle affermazioni su cui i repubblicani della Camera basano tutte le loro azioni serve solo a generare confusione, creare false premesse nelle notizie e oscurare la verità", aggiunge Sams.
Insomma, un appello a non abboccare al tentativo dei repubblicani di gettare fango sul presidente. Nel frattempo anche lo staff elettorale di Biden ha attaccato McCarthy, accusandolo di aver "consolidato il suo ruolo di super-surrogato della campagna di Trump trasformando la Camera dei Rappresentanti in un'arma della sua campagna presidenziale".
E chiedendo come mai non abbia messo al voto la decisione, come aveva promesso 11 giorni fa. Ma Biden ha in mano un asso targato Trump per costringere la 'House' a una votazione: è il parere dell'ufficio legale del ministero della Giustizia sotto la presidenza del tycoon, secondo cui la Camera deve "autorizzare espressamente" l'indagine di impeachment. Trump lo usò per costringere l'allora speaker Nancy Pelosi a far votare il lancio della procedura contro di lui.
Per la campagna del presidente però arrivano brutte notizie: il rialzo dell'inflazione e i crescenti appelli a ritirarsi, per l'età avanzata e una vice ancora meno popolare di lui. L'ultimo è arrivato dal suo editorialista preferito, David Ignatius: dalle colonne del Washington Post gli ha riconosciuto tutti i suoi grandi risultati - pur con qualche rimprovero sul figlio Hunter - ma lo ha invitato a compiere una "scelta saggia per il Paese" e a farsi da parte in tempi rapidi, confidando che emerga una nuova leadership "nell'arena" delle primarie.
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