La crisi economica, la mancanza di
cibo e l'incertezza sul futuro del Paese stanno spingendo un
numero sempre maggiore di cubani a emigrare all'estero,
generando quello che viene già considerato il più grande esodo
dalla rivoluzione castrista del 1959. Lo rivelano i numeri
ufficiali del governo degli Stati Uniti - principale meta di
esuli cubani - secondo cui tra il 2022 e il 2023 almeno 533.000
persone hanno lasciato l'isola per gli Usa, pari a circa il 5%
della popolazione di 11 milioni di abitanti. A questi vanno
aggiunti 37.000 cubani che tra il 2022 e il 2023 hanno chiesto
rifugio in Messico e i 22.000 che hanno scelto l'Uruguay. Dopo
l'abolizione del visto per i cubani, il Nicaragua è diventato
una meta molto ricercata, tuttavia non esistono dati ufficiali
sul numero di migranti accolti da Managua. La maggior parte di
coloro che se ne vanno sono in età lavorativa, creando ulteriori
squilibri sociali in patria dove il governo cubano affronta una
gravissima crisi economica caratterizzata dalla contrazione del
Pil, diminuito tra l'1 e il 2% nel 2023, inflazione al 30%
annuo, carenza di combustibili - dovuta al crollo degli invii da
parte di alleati storici come Venezuela e Russia - e carenza di
cibo che ha già portato al razionamento alimentare e alla
richiesta di aiuti al Programma alimentare mondiale (Pam)
dell'Onu.
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