"Nessuno di noi può cambiare il
passato" ma i leader devono "trovare dei modi creativi per
correggere le disuguaglianze che perdurano". Lo ha detto re
Carlo ad Apia nelle Isole Samoa intervenendo in qualità di
presidente d'onore permanente al vertice dei Paesi del
Commonwealth, l'organizzazione internazionale nata dalla ceneri
del defunto impero britannico. Il discorso del sovrano è
arrivato mentre si continua a discutere dello spinoso dossier
riguardante le potenziali riparazioni multimiliardarie a carico
di Londra per i danni storici inflitti ad alcuni degli ex domini
coloniali dal lucroso traffico degli schiavi fra i possedimenti
africani e quelli americani. I capi di alcuni governi del
Commonwealth, in particolare quelli dei Paesi caraibici, sono
intenzionati a portare avanti una "conversazione significativa"
sui risarcimenti. Come sottolinea la Bbc, Carlo III nel suo
intervento non ha mai affrontato direttamente il tema della
schiavitù e come previsto non è arrivato ad esprimere quelle
scuse formali sollecitate da tempo a casa Windsor, in quanto
erede delle colpe storiche della corona, per i misfatti d'epoca
imperiale, al fine di evitare conseguenze legali
incontrollabili. Ha sottolineato che "gli aspetti più dolorosi
del nostro passato continuano a risuonare", aggiungendo che i
membri del Commonwealth "si conoscono e si capiscono a vicenda
in modo tale da poter discutere le questioni più impegnative con
apertura e rispetto". "È fondamentale quindi comprendere la
nostra storia per fare le scelte giuste in futuro", ha detto
ancora il sovrano britannico. Già ieri il governo laburista di
Keir Starmer aveva escluso l'apertura di un dibattito sulle
riparazioni.
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