Strage di giovani in una discoteca della Macedonia del Nord, dove sabato notte una serata di musica si è trasformata in un inferno di fiamme, con un tragico bilancio di almeno 59 morti e 150 feriti, tra cui alcuni molto gravi.
Le fiamme si sono sviluppate verso le 3 mentre nel locale 'Pulse' di Kocani, cittadina a un centinaio di km a est della capitale macedone Skopje, si esibiva la nota band locale dei Dnk, uno dei gruppi musicali più famosi e popolari nel Paese balcanico.
Un rogo innescato con ogni probabilità dalle scintille del materiale pirotecnico utilizzato per gli effetti luminosi, con le fiamme che hanno travolto prima il tetto e subito dopo l'intero locale mentre il fumo denso non ha lasciato scampo alle centinaia di ragazze e ragazzi intenti a ballare e a divertirsi. Secondo il ministro dell'Interno Pance Toshkovski, al momento della tragedia nel locale si trovavano circa 500 persone, quasi tutti giovani non oltre i 25 anni.
Tra le vittime e i feriti vi sarebbero anche numerosi minorenni, mentre sono tanti i genitori e parenti che sono alla ricerca dei propri figli, non sapendo se sono fra le vittime o nei diversi ospedali del Paese. I biglietti venduti sarebbero stati solo 250. Affermazioni in contrasto con le notizie dei media locali che avevano parlato a più riprese di circa 1.500 persone presenti nella discoteca, un numero a dire il vero forse eccessivo per le dimensioni del locale che, secondo le prime indicazioni, registrerebbe numerose irregolarità e sarebbe stato sprovvisto delle più elementari misure di sicurezza. La società responsabile del locale "non aveva una licenza legale per operare", ha detto il ministro Toshkovski, alludendo a una falsa autorizzazione rilasciata dalle passate autorità. Circostanza questa, ha osservato, "come tante altre cose accadute in passato in Macedonia del Nord, legata alla corruzione e alle tangenti".
Il ministro ha aggiunto che oltre 20 persone sono per ora sospettate di grave reato e vengono attualmente interrogate dagli inquirenti, alcune delle quali in ospedale dove sono state condotte per le ferite riportate. Sono stati arrestati, ha ancora detto Toshkovski, alcuni ex dirigenti del ministero dell'Economia, competente per il rilascio delle licenze, e un paio di responsabili della Direzione di intervento e soccorso, mentre ordini di cattura sono stati emessi per altre quattro persone che si sono rese irreperibili. Stando ai media locali, da anni la discoteca operava in un vecchio stabile del tutto inadeguato, in passato adibito a magazzino per tappeti. La struttura, sempre secondo i media, disponeva di una sola piccola uscita-ingresso, una finestra sbarrata, ed era situata tra le case, in un vicolo stretto, e senza parcheggio.
Diversi Paesi vicini, insieme al cordoglio per le decine di giovani vittime, hanno offerto aiuti e assistenza alle autorità di Skopje, e il governo macedone ha annunciato che una ventina di feriti gravi saranno trasportati in ospedali di Bulgaria, Turchia, Grecia e Serbia. Unanime il cordoglio della comunità internazionale per la tragedia alla discoteca di Kocani.
Dall'Italia la premier Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani hanno espresso vicinanza alla Macedonia del Nord, "un Paese amico". Profondo cordoglio anche da papa Francesco che ha inviato un telegramma a firma del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, dai vertici Ue: la presidente della commissione Ursula von del Leyen, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, che hanno espresso vicinanza e solidarietà con la dirigenza e il popolo macedone.
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