Un nuovo massacro scuote il Kenya: una banda di miliziani integralisti Shabaab ha assaltato un autobus non lontano dal confine con la Somalia, nei pressi di Mandera. Panico tra i 60 passeggeri a bordo: i jihadisti che hanno sposato la causa dell'Isis hanno fatto scendere dal mezzo chi pensavano non fosse musulmano. Hanno iniziato a chiedere a ciascun passeggero quante volte al giorno pregasse e di recitare un versetto del Corano. Chi non c'è riuscito è stato ucciso a sangue freddo, con un colpo alla testa.
"E' stato un inferno", ha raccontato uno dei superstiti: "Mia moglie è stata uccisa davanti ai miei occhi", dice Douglas Ochwodh, un insegnante di 36 anni. "Le hanno sparato alla testa, come agli altri. Ero coperto dal suo sangue". Secondo questa testimonianza, i miliziani volevano rapire tutti i passeggeri e portarli in Somalia, ma il bus si è impantanato nel fango.
Secondo altre tesi, i jihadisti hanno costretto il bus a uscire dalla strada principale portandolo in una isolata, dove sono arrivati altri uomini armati, tutti a volto coperto, che hanno iniziato la mattanza.
Le vittime "sono in gran parte insegnanti e paramedici", affermano le autorità locali mentre procede l'identificazione dei cadaveri in un obitorio di Nairobi. Con tutta probabilità, ma non c'è alcuna conferma ufficiale, si tratta di fedeli cristiani. "La morte di questi 28 crociati è una vendetta per i crimini commessi dall'esercito contro i musulmani a Mombasa", hanno detto gli integralisti somali Shabaab, rivendicando l'esecuzione di massa mentre la notizia faceva ancora il giro del mondo. Il portavoce Ali Mohamud Rage, ha affermato di aver agito per "rappresaglia" ai raid antiterrorismo condotti dalla polizia kenyana in alcune moschee di Mombasa, che ha portato all'arresto di numerose persone e al sequestro di ingenti quantità di armi.
Le autorità avevano messo in guardia su una possibile 'incursione' degli Shabaab, sotto scacco in Somalia ma decisi a estendere la propria influenza terroristica nella regione.
Oggi la strage, che ha scatenato la rabbia della popolazione: "Solo nell'ultimo anno ci sono stati 15 attacchi, con morti e feriti, sempre sulla stessa strada", denuncia un deputato locale. "Abbiamo chiesto al governo di garantirci sicurezza, ma hanno fatto finta di non sentire".
I militari hanno lanciato una maxi offensiva a caccia dei responsabili, che probabilmente si sono già dileguati oltrefrontiera. Il governatore di Mandera lancia l'allarme: "E' solo questione di tempo, dalla Somalia diffonderanno il caos e il terrore anche qui".
LA SCHEDA - Al-Shabaab, fanatici nati da guerra civile
Nella Somalia precipitata nel caos e nella guerra civile dopo la caduta del dittatore Siad Barre nel 1991 - decisivo l'intervento americano e degli alleati occidentali a fianco dei ribelli nell'operazione "Restore Hope" - gli al Shabaab ("giovani", in arabo) cominciano a definirsi come organizzazione integralista pochi anni dopo nel corso dell'insurrezione contro le truppe etiopi. Queste ultime erano penetrate in Somalia nel 2006 per rovesciare, sempre con il sostegno degli Usa, l'Unione dei Tribunali Islamici che aveva preso il controllo della capitale Mogadiscio. Nel 2009 gli al Shabaab hanno dichiarato la loro alleanza con al-Qaida che li ha ufficialmente integrati nella sua rete terroristica all'inizio del 2012. Ciò nonostante, nel 2011 sono stati costretti a ritirarsi da Mogadiscio dai soldati dell'Unione Africana (Amisom) e hanno gradualmente perso tutte le loro roccaforti nel centro e nel sud del Paese. Continuano però a controllare vaste zone rurali e da qui partono per spettacolari quanto sanguinosi attentati sia a Mogadiscio sia, dall'anno scorso, anche nel vicino Kenya. Nairobi è, a loro avviso, colpevole di aver lanciato proprio a partire dalla fine del 2011 una campagna militare contro le loro basi nel sud della Somalia. E' del settembre 2013 il sanguinoso assalto al centro commerciale Westgate a Nairobi (67 morti) ma un numero ancora superiore di vittime (76) gli al-Shabaab erano già riusciti ad ottenerlo nel luglio 2010 a Kampala, capitale dell'Uganda, altro Paese finito nel mirino dei fanatici integralisti islamici somali per la sua partecipazione alla missione Amisom. L'ultimo attacco rivendicato da al-Shabaab è di oggi. I miliziani hanno brutalmente ucciso 28 passeggeri di un autobus, in una località kenyana al confine con la Somalia, "colpevoli", ai loro occhi, di non essere musulmani. Attualmente l'organizzazione terroristica può contare su migliaia di guerriglieri (tra i 5.000 e i 9.000 secondo gli osservatori) e sul sostegno obbligato delle popolazioni rurali, prive di qualsiasi difesa, praticamente abbandonate dal traballante potere centrale e sottoposte a vessazioni di ogni genere dai radicali islamici. Contro di loro sono schierati i militari dell'Unione Africana (22.000 uomini) che finora pero' non hanno spinto la loro offensiva vero l'estremità meridionale della Somalia.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA