Legati mani e piedi e scaraventati nelle acque del lago Ciad, sgozzati, falciati dalle raffiche dei Kalashnikov, lasciati a morire dissanguati nella foresta dove avevano cercato scampo. Così sono stati uccisi negli ultimi giorni dai miliziani Boko Haram decine di nigeriani. Contadini, pescatori, commercianti, tutta povera gente che cercava di sopravvivere nei villaggi che si affacciano sul lago Ciad o negli insediamenti che, più all'interno, sono sorti in seguito all'afflusso di centinaia di sfollati da altre zone del devastato nord-est della Nigeria. Da mercoledì scorso gli integralisti islamici che hanno proclamato il Califfato d'Africa si sono fatti sempre più feroci, moltiplicando gli attacchi e le stragi nel nord-est.
Un calcolo approssimativo porta il numero delle persone uccise negli ultimi quattro giorni a 150. Le località colpite sono Azaya Kura, Doron Baga e Dogon Fill, sono tutte situate a parecchie decine di chilometri di distanza da Maiduguri, capoluogo dello Stato di Borno.
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