Proteste di piazza, marce brandendo bastoni, minacce di violenza e scontri con la polizia: il Sudafrica si avvita in una nuova ondata di rabbia popolare xenofoba contro i migranti da altri Paesi africani, che in passato si è sfogata in omicidi e linciaggi.
Stavolta la protesta - che è stata apertamente condannata tanto dal partito che fu di Nelson Mandela, l'Anc, che ha invitato alla calma - si è scatenata nelle strade di Pretoria, la capitale amministrativa sudafricana, dove una folla minacciosa ha marciato in direzione del ministero degli esteri armata di spranghe e tubi di ferro.
La polizia ha risposto con cariche, lacrimogeni e proiettili di gomma. Nelle ultime 24 ore - ha fatto sapere il dirigente di polizia Khomotso Phelane - sono state arrestate ben 136 persone.
In un Paese in cui le masse africane sono ancora in gran parte povere e dove la disoccupazione è del 25%, il risentimento contro gli immigrati si nutre di pregiudizi, come quello che i migranti tolgano lavoro ai sudafricani.
Nelle precedenti ondate dio violenza xenofoba, nel 2015 a Durban e dintorni furono uccisi sei migranti. Nel 2008 i morti delle sommosse furono circa 60.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA