Oggi i legali di Patrick Zaki, lo
studente egiziano dell'Università di Bologna incarcerato al
Cairo con l'accusa di propaganda sovversiva, si recano presso la
Procura della Sicurezza dello Stato egiziana per apprendere la
decisione maturata nell'udienza di ieri sul rinnovo o meno di 45
giorni della custodia cautelare del 29enne.
Lo aveva segnalato ieri all'uscita dell'udienza al Cairo un
sua legale, Hoda Nasrallah, esprimendo la speranza di una
scarcerazione ma anche pessimismo sulla base di una
disponibilità dichiarata del giudice a concedere a Patrick
l'accesso a libri in carcere.
Patrick è in detenzione da esattamente dieci mesi: il 7
febbraio era stato fermato all'aeroporto del Cairo di ritorno in
Egitto da Bologna dove, all'ateneo Alma Mater, seguiva un master
biennale in studi di genere. Le accuse a suo carico sono basate
su dieci post di un account Facebook che i suoi legali, e lui
stesso durante l'udienza di ieri, considerano fake ma che hanno
configurato fra l'altro i reati di "diffusione di notizie
false", "incitamento alla protesta" e di "istigazione alla
violenza e ai crimini terroristici". Secondo Amnesty, il giovane
ricercatore e attivista per la difesa dei diritti umani rischia
fino a 25 anni di carcere.
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