Il Ministro delle Risorse
Minerarie e dell'Energia del Sudafrica, Gwede Mantashe, ha
espresso la propria contrarietà alla proposta di acquisizione di
Anglo American da parte di Bhp annunciata oggi. Mantashe ha
detto all'inglese Financial Times che l'esperienza del Sudafrica
con Bhp "non è stata positiva", anche se ha aggiunto che questa
non si tratta della posizione ufficiale del governo sudafricano.
La fusione di Bhp, il più grande gruppo minerario al mondo, con
la compagna mineraria sudafricana Billion nel 2001 "non ha
prodotto risultati per il Sudafrica", ha detto Mantashe alla
testata finanziaria britannica, sottolineando che l'azienda alla
fine ha disinvestito dal Paese quando "ha abbandonato il carbone
e ha creato una piccola società chiamata South32, che ora è
marginale".
I commenti del ministro arrivano nel contesto della conferma da
parte di Bhp di aver proposto un'offerta di acquisizione di
Anglo American per un valore di circa 38,8 miliardi di dollari.
La proposta non vincolante prevede anche lo scorporo delle
sussidiarie di Anglo American, Platinum e Kumba Iron Ore, che
sono quotate sulla borsa di Johannesburg, Johannesburg Stock
Exchange (Jse) e hanno attività importanti in Sudafrica.
L'entità combinata mineraria che risulterebbe dalla proposta di
acquisto manterrebbe le quotazioni globali di Bhp a
Johannesburg, Australia, Londra e New York.
La proposta non è vincolante. Anglo ha osservato che, "Non c'è
alcuna certezza che venga fatta un'offerta né sulle condizioni
specifiche di tale offerta". Bhp deve annunciare una definitiva
intenzione di offerta o meno entro la chiusura delle attività
del 22 maggio.
Sebbene Anglo sia presente in Sudafrica anche con la miniera
di diamanti Venetia di De Beers, il Wall Street Journal ha
scritto che l'azienda mineraria ha in corso un processo separato
da quello dell'offerta di Bhp, con potenziali acquirenti che
includono case di lusso e fondi sovrani del Golfo.
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